Per la Ferrari poteva essere un disastro, invece alla fine è andata abbastanza bene visto che le due Rosse non avevano brillato in prova conquistando solo la seconda fila con Raikkonen davanti a Vettel (Hamilton era out). Proprio Sebastian è quello che dovrebbe essere più contento poiché, vista la forma di Nico e della sua Freccia d’Argento, difficilmente avrebbe potuto fare di più. Meno fortunato Kimi che a Shanghai, come a Sakhir, era parecchio in forma e si è dovuto accontentare del quinto posto.
Delusione e tensione derivano più che dal risultato dal contatto ravvicinato alla prima curva fra i due ragazzi del Cavallino, una vigorosa toccata che ha azzoppato entrambe le SF16-H costringendole ai box per sostituire l’ala anteriore. Proprio nel garage c’era il presidente Sergio Marchionne che non ha gradito la collisione ed a fine gara ha tirato una frecciatina ai piloti («una manovra non da Ferrari»). La tirata d’orecchie non ha scosso più di tanto l’iceman finlandese, ma ha toccato la suscettibilità del 4 volte campione del mondo tedesco, un fenomeno di certo abituato a ricevere più applausi che rimproveri.
Cosa è accaduto di tanto scandaloso? In realtà niente, nel groviglio della partenza alcune monoposto si sono toccate e due di queste (come spesso accade) erano di compagni di squadra. Era possibile da evitare? Sinceramente no, almeno che i bolidi dello stesso team non debbano viaggiare distanziati per principio. Non parliamo infatti di un crash tipo quello delle due Ducati in Argentina con Iannone (Marchionne lo avrebbe impallinato...) che all’ultima curva ha centrato il compagno Dovizioso privando il team di un doppio podio sicuro. In Cina la curva era la prima e i piloti lottavano per conquistare una posizione che può essere determinante. Ricciardo e Rosberg erano già scappati scattando perfettamente, le due Rosse sono arrivate entrambe un po’ lunghe (più Raikkonen di Vettel) lasciando lo spazio a Kvyat di infilarsi all’interno.
Quando Kimi ha riportato la sua Ferrari in traiettoria, Seb non ha potuto fare altrettanto perché all’interno aveva la Red Bull. Incidente di gara, pura sfortuna. A freddo anche Vettel ha definito in questo modo il groviglio, ma a caldo ha fatto vedere di essere un po’ teso nonostante la consistenza del risultato finale: sia quando è sceso dall’auto che sul podio ha esageratamente rimproverato Kvyat. Seb va capito, per lui adesso è più difficile dello scorso anno poiché le aspettative sono più alte, i risultati inferiori (nel 2015, anche se con un po’ di fortuna, aveva vinto la seconda gara in Malesia) e ora Kimi gli sta spesso davanti.
La gara in testa è stata senza storia, Nico l’ha sempre controllata e dominata fermandosi due sole volte ai box. Non ha mai corso con le supersoft a lungo utilizzate dalla Ferrari montando due treni di soft e uno di medie. Eppure aveva un passo mostruoso e nella parte finale della gara (prima di inserire tutti i limitatori...) con le gomme più dure ha momentaneamente segnato il giro più veloce. Dietro Vettel sono arrivate le due Red Bull (Kvyat davanti a Ricciardo penalizzato dal cedimento di un pneumatico) apparse in grande spolvero, mentre Hamilton ha dovuto incassare un’altra delusione: solo settimo dietro a Massa dopo essere partito ultimo ed avere danneggiato la W07 già al via.
Il Campionato è già segnato? Niente affatto. Per Rosberg potrebbe essere l’anno buono, ma mancano 18 gare e Lewis (stranamente tranquillo e remissivo) presto tornerà a ruggire e sicuramente le Ferrari e, forse anche le Red Bull, vinceranno delle gare e venderanno dura la pelle fino al termine della stagione.
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