MilleRuote
di Giorgio Ursicino

Ferrari bella di notte, ma a Singapore non sfrutta l'occasione

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Giovedì 22 Settembre 2016, 07:28
Per salvaguardare la tradizione dovrà diventare campione del mondo. E a questo punto della stagione è messo molto bene per farcela. Dopo la vittoria di ieri, Rosberg è attualmente l’unico pilota non campione del mondo a poter sfoggiare in bacheca il prestigioso trofeo del GP di Singapore, la Montecarlo orientale. Prima del tedesco della Mercedes, infatti, le 8 edizioni della gara notturna per eccellenza le avevano vinte Alonso (2 volte), Hamilton (altre 2) e Vettel, in ben 4 occasioni. L’ormai lunga assenza di driver italiani in F1 è ormai compensata (almeno in parte) da fenomeni che parlano la nostra lingua in grande scioltezza.

Oltre a Nico, che aveva già scaldato i tifosi dal podio di Monza, a Singapore ha raccontato come è andata la gara in perfetto italiano anche Ricciardo che ha insidiato il primo posto alla Freccia d’Argento fino all’ultimo, arrivando sul traguardo dopo due ore a tutto gas staccato di appena 4 decimi. Sul terzo gradino del podio l’altra Stella di Hamilton, poco sorridente ma molto sportivo dopo la bandiera a scacchi quando si è congratulato, sia a gesti che a parole, con il compagno di squadra. Per il campione del mondo britannico non è un momento felice e si è dovuto inchinare alla superiorità di Rosberg per la terza corsa di fila. Dopo aver fallito, per un soffio e in maniera inaspettata, la sua centesima partenza in prima fila, non è riuscito nemmeno a conquistare il 50° gran premio della sua carriera, obiettivo che insegue dal GP di Germania a Hockenheim a fine luglio e che gli consentirebbe di portarsi a una sola lunghezza da Prost da anni al secondo posto nella classifica dei piloti più vincenti di tutti i tempi alle spalle di re Schumi (91 trionfi).

Lewis ha dovuto incassare il controsorpasso in classifica generale che Nico, dopo l’ottava vittoria stagionale (è arrivato a quota 21) contro le 6 del rivale, ora guida con 8 punti di margine (273 contro 265). Per la Ferrari la calda notte non è stata affatto dolce poiché, nonostante a fine gara si respirasse la sensazione che questa poteva essere proprio la pista giusta per prendersi una parziale rivincita (molto più di Monza), entrambe le Rosse sono rimaste fuori dal podio come era accaduto per ben 4 volte di fila prima del GP d’Italia. Raikkonen che scattava quinto ha chiuso al quarto posto approfittando della scialba partenza di Verstappen, Vettel è arrivato alle sue spalle dopo una superba rimonta dall’ultima posizione. Diversi sono i fattori che alimentano i rimpianti, primo fra tutti il fatto che il risultato è stato ottenuto senza l’ausilio della safety car sempre protagonista a Singapore.

Il direttore di corsa ha infatti spedito sul tracciato la vettura di sicurezza in una sola occasione, subito dopo la partenza, e non ci sono state conseguenze sui distacchi veramente limitati sotto la bandiera a scacchi. Kimi è arrivato a soli 10 secondi, Sebastian a 27, poco considerando i sorpassi che è stato costretto a fare. La SF-15H è sembrata perfettamente a suo agio con le ultrasoft, ma si è trovata bene anche con le supersoft, le mescole più performanti in gara poiché le gialle soft non hanno garantito affatto una durata superiore ed anche Hamilton, che ne ha utilizzato ben 2 treni, è stato costretto ad effettuare 3 stop. Il finlandese ha combattuto a lungo con Lewis superandolo in modo spettacolare in pista prima di riperdere la posizione nell’ultimo cambio gomme.

Le Frecce hanno cancellato la debacle del 2015 confermando però di non sentirsi a casa su questo tracciato dove non fanno la differenza nello sfruttamento delle gomme ed hanno sempre qualche problema nel gestire l’impianto frenante. C’è l’impressione che ad alimentare l’incandescente finale abbia contribuito la strategia del muretto Mercedes non proprio perfetta. I piloti sono stati mandati in pista con le soft che non hanno durato più delle supersoft e nel finale Nico (ha fatto una sosta meno degli altri) non è stato messo in condizione di marcare Ricciardo che fino a quel momento aveva controllato con discreta facilità.
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