«Sta arrivando la Regina Nera», grida una detenuta in preda agli incubi del piccolo carcere di Dooling, in West Virginia. E non si tratta certo di Aretha Franklin, attesa in città per un concerto. Evie è una trentenne dal fascino sinistro, la pelle olivastra, i lunghi capelli neri. Arriva - anzi, si propaga - da una sorta di Albero della Vita, sorvegliato da un enorme serpente biblico, inseguita da uno sciame impressionante di falene. Il mondo sta per essere sconvolto da un'epidemia epocale, straordinaria. La regina cattiva fa subito irruzione in una fabbrica di droghe, degna di Breaking Bad, dove uccide due trafficanti senza scrupoli, ma risparmia la loro protetta. Pare dotata di una forza straordinaria. Si fa arrestare, seminuda dalla vita in giù. Ma soltanto perché, in carcere, potrà attuare il suo disegno rivoluzionario. E nessuno potrà più fermarla. «Chi guarda le falene è chiamato guardiano», dice la prigioniera in vena di spiegazioni, mentre dagli schermi tv arrivano notizie sconvolgenti. Una malattia del sonno sta propagandosi in tutto il mondo e sembra colpire soltanto le donne. Come in un celebre libro di King, Cell, poi diventato un film, il Male si propaga alla stregua di una piaga biblica.
Il morbo entra in azione alle prime luci del giorno; e per questo viene soprannominato Aurora. Le donne cadono in un sonno profondo, e si ricoprono di una fitta lanugine, un bozzolo in cui diventeranno qualcosa di spaventoso e straordinario. Le belle addormentate attaccano senza pietà i loro principi azzurri, così come i loro aguzzini; e non c'è verso di fermarle. Presto si formano ronde di uomini dotati di lanciafiamme, decisi a eliminare il problema alla radice. Altri decidono di uccidersi, poiché non c'è ragione di vivere in un mondo senza donne. Cliniche e ospedali vengono presi d'assalto; ma non c'è cura che tenga. Il vaso di Pandora è ormai scoperchiato. Evie cerca di venire a patti con lo psichiatra del penitenziario, il dottor Norcross, che in qualche modo le appare come il Prescelto. «Immagina di essere in una fiaba. Io sono la damigella chiusa nel torrione del castello e condannata a una lunga prigionia. Tu sei il mio principe, il mio cavaliere dalla scintillante armatura. Devi difendermi».
Tra i critici c'è ancora chi storce il naso in presenza di simili fenomeni pop. Ma, a 40 anni da Shining, Stephen King appare come il più solido. Almeno 350 milioni di copie vendute, innumerevoli trasposizioni delle sue opere in versioni cinematografiche. Con Stanley Kubrick non si era capito molto bene: troppe libertà, troppe modifiche rispetto al testo originale. Oggi l'autore di Misery è una macchina da guerra. E non sorprende che i diritti di Sleeping Beauties siano già stati acquisiti da Anonymous Content, casa di produzione blasonata che vanta capolavori come Revenant e Il caso Spotlight. Nessuno ci salverà da una serie tv.
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