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di Laura Bogliolo

Vita da cani nella città della Lupa, gli appelli sui social

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Martedì 30 Maggio 2017, 19:52 - Ultimo aggiornamento: 31 Maggio, 14:46
Angelo denunciato per «lavori abusivi». Giulia viva per miracolo: un grosso tronco precipita e la sfiora. Andrea cacciato da una guardia del verde perché con il suo cane al guinzaglio era vicino a gonfiabili a pagamento per bimbi. E ancora: da Monteverde fino a Cinecittà «per trovare un parco decente». Da Marconi «ci si mette in auto per raggiungere un’area recintata». L’alternativa è rischiare di calpestare siringhe, incontrare processionarie e forasacchi, oppure scavalcare i famosi pollai (reti arancioni che vietano l’accesso) per usare aree cani formalmente chiuse da più di un anno per la presenza di voragini (capita all’Appio, in via Nocera Umbra o all’Eur, al parco degli Eucalipti). e ancora non è chiaro chi debba svuotare i cestini all’interno delle aree e alla fine lo fanno i volontari. Sui social si lanciano appelli, allarmi e petizioni. E intanto, nella stagione dei forasacchi, sono sempre di più gli incidenti ai poveri cani. appelli sui social per l'area cani di Villa Bonelli ad esempio: «E' piena di forasacchi, è un disastro» racconta Alessandra. 

La vita da cani è anche questa a Roma, dove sulle oltre 120 aree individuate dal Campidoglio, solo sei sono adottate formalmente da associazioni che hanno stretto una convenzione annuale con il Dipartimento Tutela Ambiente. Chiariamoci subito: i volontari lo fanno per passione, non prendono un euro, neanche un rimborsino (come i 3 euro pensati per chi avrebbe dovuto chiudere i cancelli di ville storiche). Hanno anche grandi responsabilità, tanto che molti sono costretti a contrarre assicurazioni (costo: 100 euro l’anno).

«E poi ci sono tante altre spese» dice Angelo Carucci, 70 anni, presidente comitato Insieme per il Parco Galla Placidia (gurppo Facebook: Insieme per il " Parco Placidia - Ottoboni) - senza di noi qui sarebbe una giungla». Ed è vero: a pochi passi c’è il cantiere abbandonato dove ad agosto è precipitata e morta Tiziana Laudani. Il comitato ha adottato il parco, ma poi la burocrazia ha scagliato il suo colpo cieco: «L’anno scorso ho messo il recinto all’area cani e sono stato denunciato dai vigili per lavori abusivi. Poi fortunatamente l’hanno ritirata». Ora il parco è un gioiello.

LA SCURE DELLA BUROCRAZIA
A villa Pamphilj solo aree cani fantasma. Nel 1997 ne viene istituita una, ma oggi cade a pezzi, non ci sono neanche le recinzioni. «È una villa storica e la Soprintendenza non vuole che si mettano nonostante nel ‘97 l’area sia stata istituita dal Campidoglio» dice Paolo Arca di Amici di Villa Pamphilj. Risultato: i cani vengono portati in uno spazio su via Vitellia e i padroni sono costretti a trascinare pesanti taniche piene di acqua. Ora Paolo sta combattendo per creare un’area su via San Pancrazio. A Monteverde nell’area cani accanto a villa Sciarra abbandonata da Servizio Giardini e Ama l’altro giorno è caduto un grosso ramo. Cadono tronchi anche a piazza Ragusa, adottata dalla onlus Cinofila Canis Lepophagus (ACCL - Associazione Cinofila Canis Lepophagus - Onlus). «Intorno a noi c’è il degrado» dice Giulia Pifferi, vicepresidente della onlus. Hanno piantato rose, tagliato l’erba, tolto forasacchi.

Al Torrino le Simpatiche Canaglie (Simpatiche canaglie - area cani) di via Fiume Bianco hanno adottato un’area diventata fiore all’occhiello del quartiere. Hanno anche dipinto le panchine trasformandole in un’opera di street art. «Non si è ancora capito a chi compete ritirare l’immondizia, la prende Ama se la mettiamo fuori il cancello ma solo perché ci sono operatori gentili - dice Viviana Di Maggio, vicepresidente dell’associazione - le altre aree del Comune sono in abbandono, in quella di viale Bonelli c’è un problema d’igiene».

Da Marconi invece Andrea Falasca dovrebbe prendere l’auto per raggiungere un’area cani. «L’altro giorno - dice - ero in piazza Meucci con il cane al guinzaglio, un volontario del verde mi ha fatto allontanare perché ero troppo vicino ai gonfiabili a pagamento recintati per bimbi». Vita da cani insomma, nella città “allevata” dalla Lupa. 
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