Aiuto sento le voci... ma è solo la pubblicità (subliminale)

Messaggi criptati all'interno di immagini online, pubblicità creata in base alla “reputazione sociale” di una persona che usa i social network e poi eccole, sono arrivate: le voci che si insinuano nella testa e che ti convincono a comprare qualcosa.   Il povero Calimero del vecchio Carosello sbiancherebbe se provasse a leggere quello che riporta la Bbc: un'azienda pubblicitaria tedesca ha inventato un nuovo modo per trasformare i pendolari di un treno in automi pronti all'acquisto suggerito. Come? Si poggia la testa sul finestrino del vagone e si sentono le voci, messaggi pubblicitari che indurrebbero a comprare, comprare, comprare. A Roma sarebbe sufficiente che nei vagoni surriscaldati del trenino della Roma-Lido i vecchi altoparlanti indicassero la prossima fermata o il prossimo sciopero. Ma la tecnologia corre (all'estero) e viene usata per scrivere una nuova pagina nel corposo quanto contestato libro delle tecniche pubblicitarie. Mentre uno studente di Oxford inventava un sistema per inserire messaggi nascosti nelle foto pubblicate su Facebook con l'estensione di  Chrome Secretbook c'era qualcuno in Germania che si allenava con il Grande fratello versione allucinazioni auditive. L'agenzia pubblicitaria tedesca Bbdo scrive la Bbc riesce a trasmettere pubblicità tramite i finestrini del treno in modo tale che il suono, le parole possano sembrare provenire da dentro la testa del passeggero. Il progetto si basa su tecnologie a conduzione ossea, una tecnica che trasmette il suono all'orecchio interno trasmettendo vibrazioni attraverso il cranio. La campagna pubblicitaria si chiama “Talking Window” e secondo la Bbdo avrebbe già riscosso successo tra tester che hanno provato il prodotto. Un video mostra la nuova tecnologia: i passeggeri di un treno vengono esortati a scaricare l'app Sky Go sui loro smartphone. UN ESEMPIO DI TALKING WINDOW SUL TRENO PER MONACO La tecnologia di conduzione ossea è stata precedentemente utilizzata in apparecchi acustici, le cuffie per nuotatori e corridori, e dispositivi utilizzati dai maghi per fare qualcuno pensare di aver avuto un messaggio piantato nella loro testa. La nuova tecnologia è stata proposta a Sky Deutschland, ma l'azienda non ha ancora accettato la proposta. Anzi, dice la Bbc, non sapeva neanche che qualcuno stesse lavorando a una campagna pubblicitaria del genere. Reputazione sociale e brevetti. Yahoo intanto ha brevettato un nuovo modo di fare pubblicità. In pratica l'inserzionista pagherà di più per pubblicare annunci in grado di raggiungere utenti sul web che hanno una buona reputazione. Tradotto: i Like, i retweet e le condivisioni del vostro profilo diventano merce rara. “In questo modo – si legge nel brevetto –  all’ inserzionista può essere addebitato un importo superiore per annunci pubblicitari forniti a utenti che hanno un punteggio di influenza sociale superiore rispetto a quello previsto per lapubblicità indirizzate a utenti che hanno un punteggio più basso”. Emotional Tracker. E in Italia che succede? E' sbarcato l'emotional tracker, un modo sicuro per sapere se un spot pubblicitario avrà successo. Le espressioni dell'utente vengono analizzate durante la visione del video advertising attraverso Ebuzzing Index, un sistema sviluppato in collaborazione con il MIT, Massachusetts Institute of Technology. La prima azienda in Europa a usare L’Emotional Tracker è stata Telecom. La sperimentazione sul web è stata realizzata sullo spot di lancio del nuovo format unico di Telecom Italia che ha come protagonista Chiara. “L'utente finale – viene spiegato - non sarà soggetto ad un’analisi invasiva poiché potrà decidere se attivare la video-camera per consentire il monitoraggio delle sue espressioni del viso”. In attesa, anzi con il timore, che il progetto Talking Window diventi realtà, suggeriamo qualche messaggio che potrebbe essere sussurrato ai pendolari che osano poggiare la testa sul finestrino dei vagoni dei treni: “Smetti di fumare”, “non picchiare le donne”, “non abbandonare gli animali”, “tornato a casa spegni il cellulare e la tivù”. laura.bogliolo@ilmessaggero.it Su twitter: @l4ur4bogliolo