I dati indicano che una certa ripresa dei consumi è in corso. Eppure, come evidenziano quelli resi noti dal'Istat pochi giorni fa e relativi al terzo trimestre 2015, l'incremento della spesa delle famiglie è stato più contenuto di quello del loro potere d'acquisto (spinto verso l'alto dall'inflazione praticamente nulla). Contemporaneamente aumenta la propensione al risparmio: in sintesi gli italiani hanno più soldi in tasca ma scelgono di usarne solo una parte.
Può darsi che questa tendenza cambi nei prossimi mesi. Però quando si valutano misure che prevedono incentivi ai consumi, forse bisognerebbe fare i conti anche con il convitato di pietra della politica economica italiana, ovvero la demografia. Gli indicatori statistici descrivono la fiducia e i comportamenti di consumo delle "famiglie" ma la parola può trarre in inganno. Si pensa magari a case piene di bambini ma l'indagine sui bilanci delle famiglie della Banca d'Italia ci dice che le cose non stanno proprio così.
Le coppie con figli, che nel 1977 rappresentavano l 63 per cento dei nuclei complessivi, sono scese al 34 nel 2014 e valgono quindi solo un terzo del totale: una minoranza consistente, ma sempre una minoranza. Contemporaneamente l'incidenza delle famiglie formate da un solo componente è passata dal 9 al 30 per cento: molti di loro sono anziani. Sono queste le famiglie che bisogna convincere a spendere di più.
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