I dirigenti del Parco regionale dei Castelli Romani in merito agli avvistamenti dei lupi, dei cinghiali dichiarano che non vi è nulla di allarmante, ma ricordano che è vietato ed estremamente dannoso per gli ecosistemi, invece, inserire animali come i cervi, estinti da tempo nel territorio castellano. Ultimamente, infatti, sarebbero ricomparsi a causa di introduzioni, probabilmente, illegali. «Da almeno 15 anni - dice Riccardo Caldoni, funzionario dell’Area Ambientale del Parco regionale dei Castelli Romani - i lupi sono presenti nelle zone boschive dei Castelli. Questi animali provenivano dai Monti Lepini e adesso si sono stabilizzati. Tra le specie selvatiche si sta raggiungendo un buon equilibrio. La diffusione dei cinghiali, infatti, ha evitato che venisse predato bestiame ovino, caprino ed equino che ha un alto valore economico e commerciale. Comunque, per i danni indotti dalle specie selvatiche ci sono gli indennizzi».
Per quanto riguarda l’enorme diffusione dei cinghiali che sono stati più volte avvistati in gran numero in molti comuni dei Castelli, nelle zone boschive limitrofe alle lottizzazioni, gli esperti ritengono che il loro numero non sia tale da destare allarmi e preoccupazioni. «Con l’apertura della caccia - riprende Caldoni - i gruppi di cinghiali si stanno spostando in prossimità dei centri urbani, attratti soprattutto dall’incivile abbandono di rifiuti organici per strada. Al momento, non esistono le condizioni per effettuare abbattimenti o prelievi controllati. Basta adottare alcune precauzioni per evitare danni a cose e a persone».
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