RITO ABBREVIATO
Mercoledì scorso, nell’udienza preliminare che si è tenuta nel Tribunale, il legale dell’imputato, Luca Paolucci, ha chiesto il giudizio con rito abbreviato, fissato per il 6 maggio. I genitori della ragazzina si sono costituiti parte civile chiedendo i danni. «Puntiamo all’assoluzione in quanto ritengo che il mio assistito non abbia assolutamente commesso i fatti che gli vengono contestati», spiega l’avvocato Paolucci del foro di Chieti.
I FATTI
Siamo nell’estate del 2013 quando scatta l’inchiesta del pm Marika Ponziani. La storia viene a galla nel momento in cui l’adolescente si confida con i genitori. I quali, dopo essersi rivolti a una psicologa, presentano denuncia ai carabinieri. La casa del presunto violentatore viene perquisita, mentre i pc finiscono sotto sequestro. La ragazzina racconta che gli abusi sono andati avanti per 5 anni nell’abitazione dello zio, che vive nel suo stesso palazzo. Secondo l’accusa, l’uomo ha compiuto atti sessuali in presenza della minore, facendole guardare immagini pornografiche. Ma non solo: in un secondo momento, il quarantenne avrebbe afferrato la ragazzina per un braccio costringendola a seguirlo nel bagno e nelle camere da letto. Impedendole di muoversi con il peso del proprio corpo, l’avrebbe baciata sulla bocca toccandole le parti intime. Solo la «strenua opposizione» della bambina, secondo il pm, avrebbe evitato violenze ancora più pesanti. L’adolescente ha confermato tutte le accuse nel corso dell’incidente probatorio disposto dal giudice su richiesta della Procura. In quella circostanza la ragazzina avrebbe parlato delle perverse attenzioni dello zio. Il legale dell’imputato ha chiesto e ottenuto dal giudice per l’udienza preliminare Antonella Redaelli il rito abbreviato «senza condizioni», vale a dire allo stato degli atti di indagine eseguiti dal pubblico ministero.
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