Processione del venerdì Santo,
polemiche sul Crocifisso:
i consiglieri comunali sfilano divisi

Processione del venerdì Santo, polemiche sul Crocifisso: i consiglieri comunali sfilano divisi
di Stefano Dascoli
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Venerdì 25 Marzo 2016, 21:45 - Ultimo aggiornamento: 26 Marzo, 09:51
L'AQUILA - Sfila, in silenzio, il dolore dell'Aquila. E' nei volti dei familiari delle vittime del terremoto, che sorreggono non senza fatica il peso del loro vuoto incolmabile, simbolicamente raffigurato dal simulacro che portano sulle spalle, una grande croce con incisi i nomi dei martiri della tragedia. E' nelle fiaccole accese che l'accompagnano questo dolore, rischiarando i volti degli studenti degli istituti superiori Meroni e Europa Unita Enriques di Lissano: volti che, in virtù di un legame già consolidato, si sono offerti volontariamente di essere qui e, in qualche modo, tengono viva la speranza. La stele dei 309 martiri del sisma ha il potere di imporre un silenzio ancora più profondo, irreale, appena varcata la soglia della basilica di San Bernardino. E' la città che non dimentica la tragedia, le vite spezzate anzitempo, soprattutto ora, in questa Pasqua che dovrebbe essere, finalmente, anche quella della ricostruzione.

Un abbraccio come al solito sentito e toccante, perché qui, forse, il senso vero della sofferenza cristiana è tangibile. Un pezzo di rinascita c'è in questa via crucis del venerdì santo aquilano: è nel corteo che si riappropria di un altro pezzo di centro storico, delle vie rese percorribili a tempo di record da chi si sta occupando dei sottoservizi (come via Marrelli e piazza Machilone), dei vari simulacri che si lasciano i puntellamenti (sempre meno) alle spalle e aggirano ponteggi e cantieri (sempre più). Sette anni dopo, tra qualche giorno. Allora, nel 2009, la Pasqua alle porte. Come oggi. Consola questo riappropriarsi di pezzi di vita. Rasserena l'idea di una resurrezione, certamente spirituale, ma ovviamente anche legata alle sorti della città.

Piazza San Bernardino è piena, ma non stracolma quando i primi simulacri escono dalla chiesa splendidamente restaurata, dalla Porta Santa del Giubileo (prima volta dal 2009, un'emozione), scendono la scalinata e cominciano il loro lento cammino. Alla fine saranno le 20.32 quando il corteo si sarà avviato, tutto, nel cuore del centro storico. Anche le altre vie sono piene di gente, ma non stracolme: Quattro Cantoni, piazza Palazzo, Torre civica, via Marrelli, piazza Machilone, via Marrelli, piazza Duomo all’altezza chiesa Anime Sante, e poi il rientro, accompagnato dalla preghiera dell'arcivescovo Giuseppe Petrocchi. Il Cristo morto di Remo Brindisi è scortato dai soci dei due club cittadini del Rotary L’Aquila e Rotary Gran Sasso d’Italia guidati dal governatore distrettuale, l’ingegnere Sergio Basti.

Il drappello dei politici comunali è significativamente diviso: da questa parte sindaco, assessori e maggioranza (anche il direttore Asl Tordera). Poi le forze dell'ordine. Poi la minoranza. Le polemiche sull'assenza del Crocifisso dall'aula consiliare restano confinate alla Rete, ma la loro eco arriva fino alla processione del Cristo morto. Nel complesso un corteo sobrio, ma partecipato e ben curato dall'associazione dei Cavalieri del Venerdì Santo (con il nuovo mantello di panno color azzurro mariano realizzato su disegno e manifattura da Maura Sergio anche grazie ad Ance).
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