I veleni di Bussi, la durissima
requisitoria: "Crimini
tra i peggiori del genere in Italia"

I veleni di Bussi, la durissima requisitoria: "Crimini tra i peggiori del genere in Italia"
1 Minuto di Lettura
Giovedì 2 Ottobre 2014, 16:47 - Ultimo aggiornamento: 3 Ottobre, 09:04
CHIETI - Sono stati commessi crimini tra i peggiori del genere in Italia, sulla testa di decine di migliaia di persone. Le pubbliche autorit avvertirono Montedison dell'inquinamento delle acque dei pozzi e non i cittadini, le vittime. E' una parte della durissima requisitoria del pm Anna Rita Mantini, nell'ambito del processo a porte chiuse in Corte d'Assise, a Chieti, sulla megadiscarica dei veleni di Bussi sul Tirino. In particolare, una società esterna, nel 1993, segnalò a Montedison la grave situazione di inquinamento, sottolineando che le attività erano inadeguate e proponendo investimenti sia per il risanamento che per lo studio degli effetti sulla salute. Su un appunto sequestrato, riconducibile ai vertici Montedison, rispetto allo studio e con riferimento alle vecchie discariche c'è scritto "non ci conviene". Secondo la Mantini è quanto emergerebbe da nuovi documenti illustrati in aula. Lo studio fu consegnato ad uno degli amministratori della società, oggi imputato, ma Montedison decise di non seguire le indicazioni e di fare internamente «noi», come si legge sull'appunto sequestrato. Gli investimenti ambientali da parte di Edison - avrebbe evidenziato il pm - furono ridotti da 36 miliardi di lire del 1991 a sei miliari del 1994, ovvero un sesto. Nel corso della requisitoria, Mantini si è soffermata anche sul «dato dell'omertà» che vi è stata sul caso ed ha citato alcune delle poche testimonianze dirette.
© RIPRODUZIONE RISERVATA