SENTENZE E RICORSI
Lo scorso autunno, il legale della d’Annunzio avviò l’azione esecutiva per intimare al debitore di saldare l'intera cifra, pena l’aggressione ai suoi beni. Napoleone presentò un ricorso, chiedendo di sospendere la sentenza emessa in autunno, sostenendo fra l’altro di aver percepito cifre di gran lunga inferiori. Ma lo scorso gennaio la stessa giudice Ciarcia si pronunciò in via urgente rigettando il ricorso. Ieri la battaglia fra vecchia e nuova amministrazione si è riaccesa al tribunale del lavoro, per l’udienza di discussione nel merito. Da un lato l’ex direttore, assistito dagli avvocati Franco Sabatini e Pierluigi Pennetta, dall’altro l’ateneo, rappresentato da Speziale. La sentenza dovrebbe arrivare nel corso di questa mattina, ma pare improbabile che si discosti da quanto già deciso due mesi fa dalla giudice Ciarcia. Che oltretutto, motivando il ricorso respinto, specificò che il pagamento della cifra da lei stessa stabilita non avrebbe pregiudicato la qualità di vita del vecchio direttore generale e, in caso di ribaltamento del giudizio, l’università non avrebbe avuto problemi a risarcirlo. Nel caso in cui la sentenza di oggi dovesse risolversi positivamente per la d’Annunzio, il legale dell’ateneo andrebbe avanti con la richiesta di pignoramento, possibile fino al massimo di un quinto della pensione percepita mensilmente da Napoleone. Per ottenere l’intera cifra di oltre 1 milione ci vorrebbero decenni e proprio per questo è stata posta un’ipoteca anche sui beni immobili. Qualora la sentenza ribaltasse quanto stabilito finora dal tribunale, l’aggressione ai beni dell’ex direttore si fermerebbe, in attesa di ricorsi e ulteriori sviluppi.
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