L’università di Chieti pignora
la pensione di Napoleone

L’università di Chieti pignora la pensione di Napoleone
di Francesca Rapposelli
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Giovedì 12 Marzo 2015, 10:53 - Ultimo aggiornamento: 10:54
CHIETI L’università d’Annunzio mette le mani nei beni dell’ex direttore generale Marco Napoleone. Lo fa con un atto di pignoramento presso l’Inps, già avviato dall’avvocato Valerio Speziale che difende gli interessi dell’ateneo, e ponendo un’ipoteca su tutti i beni immobili del predecessore di Filippo Del Vecchio. L’obiettivo è quello di trattenere, ogni mese, un quinto della pensione ed eventualmente rivalersi sulle proprietà per ottenere la somma quantificata dalla giudice del lavoro Laura Ciarcia, ossia 1 milione e 280mila euro di stipendi che Napoleone avrebbe percepito indebitamente fino al 2011, anno del suo licenziamento firmato dall’allora rettore Franco Cuccurullo. Proprio contro questa decisione Napoleone presentò ricorso, ma il 16 ottobre scorso perse il primo round, non solo vedendo rifiutata la sua richiesta di risarcimento, ma venendo oltretutto obbligato a pagare una cifra da capogiro all’ateneo.

SENTENZE E RICORSI

Lo scorso autunno, il legale della d’Annunzio avviò l’azione esecutiva per intimare al debitore di saldare l'intera cifra, pena l’aggressione ai suoi beni. Napoleone presentò un ricorso, chiedendo di sospendere la sentenza emessa in autunno, sostenendo fra l’altro di aver percepito cifre di gran lunga inferiori. Ma lo scorso gennaio la stessa giudice Ciarcia si pronunciò in via urgente rigettando il ricorso. Ieri la battaglia fra vecchia e nuova amministrazione si è riaccesa al tribunale del lavoro, per l’udienza di discussione nel merito. Da un lato l’ex direttore, assistito dagli avvocati Franco Sabatini e Pierluigi Pennetta, dall’altro l’ateneo, rappresentato da Speziale. La sentenza dovrebbe arrivare nel corso di questa mattina, ma pare improbabile che si discosti da quanto già deciso due mesi fa dalla giudice Ciarcia. Che oltretutto, motivando il ricorso respinto, specificò che il pagamento della cifra da lei stessa stabilita non avrebbe pregiudicato la qualità di vita del vecchio direttore generale e, in caso di ribaltamento del giudizio, l’università non avrebbe avuto problemi a risarcirlo. Nel caso in cui la sentenza di oggi dovesse risolversi positivamente per la d’Annunzio, il legale dell’ateneo andrebbe avanti con la richiesta di pignoramento, possibile fino al massimo di un quinto della pensione percepita mensilmente da Napoleone. Per ottenere l’intera cifra di oltre 1 milione ci vorrebbero decenni e proprio per questo è stata posta un’ipoteca anche sui beni immobili. Qualora la sentenza ribaltasse quanto stabilito finora dal tribunale, l’aggressione ai beni dell’ex direttore si fermerebbe, in attesa di ricorsi e ulteriori sviluppi.
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