Aeroporto di Pescara, un fiume
di denaro per salvare Ryanair

Aeroporto di Pescara, un fiume di denaro per salvare Ryanair
di Saverio Occhiuto
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Mercoledì 10 Febbraio 2016, 09:35
PESCARA - Non sarà proprio come andare a un festa di compleanno (per usare un'espressione cara a Luciano D'Alfonso) e la strada per convincere la compagnia Ryanair a non abbandonare l'Abruzzo, prospettata ieri dalla Regione, pone già molte domande. Soprattutto in ordine ai rischi e ai tempi. Camillo D'Alessandro, consigliere delegato ai Trasporti, ha svelato il piano in tre mosse: «Presenteremo un pacchetto pluriennale di finanziamenti della Saga legato al piano industriale. Ma attenzione, non si tratta di una nuova ricapitalizzazione, ma di finanziamenti decrescenti che andranno a scalare di anno in anno, fino al 2020, per complessivi 14milioni».

Soldi che la società che gestisce l'aeroporto non potrà comunque girare alla compagnia low cost, se non nella misura di 2,5 milioni circa, come fissato dai massimali europei. Dunque, si salva la Saga ma non il suo vettore più importante. Per mettere a tacere le pretese degli irlandesi davanti a buon boccale di Guinness, occorre il doppio: 5milioni di euro. La differenza è a carico del fondo privato di cui dovrebbero farsi carico i piccoli e grandi operatori turistici regionali, sul modello Alghero.

DIECI MILIONI DI IMMOBILI
Ma c'è un altro ostacolo da superare: i parametri Enac che legano la sopravvivenza degli aeroporti anche al capitale delle società di gestione. Ed è proprio su questo delicatissimo passaggio che la Regione tira fuori dal cilindro un'altra mossa d'azzardo: il trasferimento del capitale immobile (pista di atterraggio, aree limitrofe e edificio aeroportuale) alla Saga. Il valore complessivo, da affidare alla stima di un perito, non dovrebbe essere inferiore ai 10milioni. La Regione è dunque pronta ad alienare uno dei suoi gioielli di famiglia per trasferirlo nel capitale della Saga di cui è azionista di maggioranza. Con il rischio, però, che se la società per azioni dovesse fallire, quel patrimonio oggi pubblico finirebbe all'asta. Considerati i ricorrenti appetiti immobiliari sulle aree dell'aeroporto non è propriamente un'ipotesi di scuola. Al momento per la giunta regionale non ci sono altre strade per salvare capre e cavoli, cioè la Saga e il suo principale vettore, mentre D'Alessandro invita a tener presente che, al di là delle cifre, ogni investimento sull'aeroporto d'Abruzzo ha un moltiplicatore per undici sull'economia regionale.

IL CONSIGLIO STRAORDINARIO
Un po' quello che ha ribadito ieri anche il centrodestra, presentando lo studio commissionato alla d'Annunzio dall'ex presidente Saga Lucio Laureti, per ricordare che nel 2012 il contributo mensile dell'aeroporto, sul totale incoming della regione, era pari a 3milioni e 50mila euro, il tre per cento dell'intero valore dei consumi dovuti dal turismo. Dunque, oltre 37milioni di euro l'anno a fronte dei 5 chiesti da Ryanair per rispettare i contratti in scadenza. Il capogruppo di Forza Italia in consiglio regionale, Lorenzo Sospiri, ricorda che la compagnia irlandese ha deciso di chiudere la base di Pescara (come quelle di Alghero e Crotone) non potendo più sostenere gli aumenti delle tasse aeroportuali introdotte dal governo Renzi. Ma fino ad oggi, secondo Mauro Febbo, «abbiamo ascoltato troppe chiacchiere su questa vicenda».

Un invito a passare all'azione che viene anche l'ex assessore regionale al Turismo, Mauro Di Dalmazio (Ncd): «Ricordo di essere andato a trattare direttamente a Dublino quando si creò un problema sui collegamenti con Oslo. E senza Ryanair, non si coltivino illusioni di poter recuperare il traffico passeggeri con altri vettori». Il 16 febbraio consiglio regionale straordinario.
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