Pescara, belle ragazze arrivavano come turiste e finivano sul marciapiede

Pescara, belle ragazze arrivavano come turiste e finivano sul marciapiede
di Alessandra Di Filippo
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Venerdì 4 Agosto 2017, 10:23
Facevano entrare illegalmente ragazze dall'Albania per farle prostituire a Pescara, nella zona intorno alla stazione ferroviaria, tra via Ferrari, via Gran Sasso e via De Gasperi. Alla polizia marittima di frontiera dicevano che arrivavano per visitare il nostro paese e quindi per turismo, in realtà le mettevano subito sulla strada.

Con l'accusa di favoreggiamento dell'immigrazione clandestina e sfruttamento della prostituzione, la squadra mobile ha arrestato ieri tre albanesi, due uomini e una donna. L'operazione è collegata a quella che a fine aprile ha portato sempre la mobile a sgominare cinque nuclei criminali, di cui due di matrice albanese e tre di matrice romena, i quali gestivano e sfruttavano la prostituzione nella zona centrale della città e alla pineta. Nuovamente arrestato Endrit Gjella, 34enne, capo di uno dei due gruppi di matrice albanese. Gjella è stato raggiunto dal provvedimento di custodia cautelare emesso dal gip Antonella Di Carlo, su richiesta del pm Gennaro Varone, nel carcere di Lanciano in cui era appunto detenuto da aprile. Nei guai anche Dritan Taco, 23enne, suo braccio destro e operativo e Anxhela Avdiraj, compagna di quest'ultimo. Per tutti si sono aperte le porte del carcere.

La donna è stata arrestata a Maranello, vicino Modena, dove svolgeva l'attività di collaboratrice domestica. Ad eseguire la misura la locale squadra mobile. Nel corso delle indagini, che tutt'ora proseguono, si è scoperto che uno dei gruppi albanesi in particolare continuava imperterrito nell'attività di sfruttamento della prostituzione. Gli arresti, insomma, non li avevano fermati. Con Gjella in carcere, si era messo a gestire il tutto Taco, su disposizioni precise dello stesso capo e aiutato dalla compagna Avdiraj. Il 23enne si occupava delle ragazze che erano già a Pescara ed erano rimaste senza guida dopo l'operazione della polizia e di farne entrare anche delle nuove. Ad un certo punto, infatti, per far fronte alle sue spese legali, il capo aveva richiesto altre giovani dall'Albania da far prostituire in città. Ai tre viene ora contestato l'ingresso illegale e lo sfruttamento di una 24enne e l'ingresso illegale di una 22enne, fatta arrivare a Modena e dopo poco tempo fatta ritornare in Albania a causa dei controlli serrati della polizia. A Taco e alla compagna pure lo sfruttamento di un transessuale romeno, che veniva fatto prostituire regolarmente in zona stazione. Per alcune delle ragazze che arrivavano dall'Albania, Taco aveva anche trovato una sistemazione in un alloggio popolare Ater di via Rigopiano, che aveva fatto occupare abusivamente. A controllare le giovani, la compagna. A seguito delle indagini della mobile, l'alloggio è stato sgomberato e sequestrato in via preventiva il 29 maggio.
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