La morte del cognato prima e la gravità dello stato di salute della sorella poi, lo avrebbero spinto, insieme alla moglie, a prosciugare in pochissimo tempo e indebitamente, i conti bancari e postali dei due anziani, per una somma di 73 mila euro circa. La singolare vicenda giudiziaria ha come protagonisti, indagati per appropriazione indebita, marito e moglie di Ofena.
I due, sulla base di una dettagliata denuncia di 32 pagine, (presentata dalla parte offesa, rappresentata dall’avvocato Massimo Costantini del Foro dell’Aquila), dovranno affrontare il processo fissato ad aprile del nuovo anno dopo essere finiti nel mirino della Procura dell’Aquila per aver ingannato i loro parenti anziani (in particolare la sorella dell’indagato) la quale, con problemi di salute, insieme al marito, si era rivolta ai suoi congiunti più stretti (l’indagato appunto e la parte offesa) sottoscrivendo con loro due procure speciali al fine di consentire di poter evadere varie faccende, compresi i rapporti con uffici postali e le banche per amministrare i risparmi.
Secondo l’accusa, tutto sarebbe andato per il verso giusto fino a quando il peggioramento delle condizioni di salute dell’anziana (nel frattempo suo marito era deceduto) non ha fatto maturare a marito e moglie l’idea di svuotare i conti della sorella dato che la morte di lei avrebbe fatto venire meno la procura firmata.