UN FURGONE - Stando alla dichiarazione di un fabbro che lavora l'alluminio, per eseguire l'operazione, i malviventi hanno utilizzato un furgone, con una pedana in ferro (che è rimasta a terra), hanno sollevato le ruote fino a portarle al livello della vetrata e, con azione violenta in retromarcia l'hanno sfondata; poi, con un apposito gancio, ed una corda, hanno strappato il tutto e smontato la cassaforte. Questa è stata trascinata per una decina di metri sulla strada, come si nota dai segni lasciati, forse fino a raggiungere l'auto veloce che ha portato via il bottino. In un primo momento si era sparsa la voce che il furgone fosse stato abbandonato sulla strada che conduce a Marsia, la vecchia Tiburtina Valeria, ma non ci sono stati riscontri.
Sul posto si è recato il sindaco Maurizio Di Marco Testa che ha manifestato tutto il proprio disappunto per tali accadimenti. «In questa città - ha detto - conosciuta per la cultura e l'arte, ricca di storia, cose del genere non dovrebbero mai accadere; sono ferite difficili da rimarginare».
Si è trattato di un colpo studiato nei minimi particolari e suona strano che in una strada così centrale, che viene percorsa per uscire da Tagliacozzo e raggiungere diverse destinazioni come la Piccola Svizzera, Sante Marie, Roccacerro e Marsia ed altre, i ladri abbiano potuto operare senza essere visti né sentiti da alcuno, considerato che sia a fianco, sia sopra la banca, abitano famiglie. «Io abito lì, a cento metri - ha detto Antonio - ma non ho sentito nulla». Secondo la testimonianza di un addetto ai lavori, «già in un'altra occasione, qualche tempo fa, avevano provato a divellere il bancomat, ma senza riuscirci». Purtroppo questi fatti creano allarme e insicurezza tra i cittadini di Tagliacozzo.
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