Ivan Giovannucci è il primo sommelier non vedente d'Italia: «Vino e buon cibo per prendere la vita con leggerezza»

Con il suo aiuto l'Ais vuole ora sviluppare testi e metodi per permettere a chi è cieco di accedere facilmente ai corsi

Ivan Giovannucci è il primo sommelier non vedente d'Italia: «Vino e buon cibo per prendere la vita con leggerezza»
di Patrizio Iavarone
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Sabato 2 Dicembre 2023, 08:02 - Ultimo aggiornamento: 09:47

Sostenere la prova scritta, non è stato molto agevole, soprattutto per gli organizzatori, che si sono dovuti attrezzare, o meglio hanno dovuto creare, testi in braille, compreso il cosiddetto “bersaglio”, la scheda cioè con la quale si abbinano cibi e vini e che per l’occasione è stato riprodotto su un calco metallico. La prova del palato, però, è stata “una passeggiata”, per uno che, senza la vista, ha dovuto sviluppare gli altri sensi. Olfatto e gusto, ma anche tanto studio, alla fine hanno premiato Ivan Giovannucci, il primo non vedente che può vantare un diploma da sommelier di terzo livello. Giovannucci, cinquantaquattro anni tra un paio di mesi, originario di Raiano, provincia dell'Aquila,  e residente a Pratola Peligna, si è diplomato l’altro giorno insieme a nuovi diciotto sommelier, al termine del corso organizzato dall’Ais (associazione italiana sommelier) di Sulmona e durato venti lunghi e difficili mesi di incontri, studio, assaggi. Prima di lui, c’è un solo caso in Italia, ma si tratta di un ipovedente e non di un cieco in senso stretto, per cui quello di Ivan Giovannucci è un primato, un traguardo che premia tenacia, volontà e passione.

«Ci siamo commossi – racconta Elisa Colella responsabile della sezione AIS di Sulmona – per il traguardo raggiunto da Ivan, giusto riconoscimento della sua grande forza di volontà». Traguardo raggiunto anche grazie alla delegazione di Sulmona dell’associazione che la sfida l’ha raccolta e grazie a chi, nel corso, è stato vicino ad Ivan, accompagnandolo a casa dopo gli incontri e aiutandolo a studiare. «Mi piace il buon vino, non bere – tiene a precisare il neo sommelier che nella vita lavora come centralinista alla Asl - anche perché nella mia condizione non posso permettermi di perdere l’orientamento». Una passione per il vino che Ivan Giovannucci ha intenzione di sfruttare: il suo diploma non è infatti solo uno sfizio o una sfida vinta, ma «solo un primo step. Ho già organizzato cene al buio - racconta Giovannucci - e ora potrò guidare i commensali delle mie cene con maggiore competenza nel percorso del gusto. L’idea di abbinare un piatto del territorio con un ottimo vino peligno o abruzzese, non è solo un esercizio, ma un piacere che, se fatto al buio, acquista maggior valore e intensità». Lui e l’Ais di Sulmona si pongono ora come modello per il resto d’Italia e la sezione di Sulmona, con l’aiuto di Ivan, vuole ora sviluppare testi e metodi per permettere ai non vedenti di accedere facilmente ai corsi. Questa è un’altra sfida di Ivan Giovannucci che la sua carenza sensoriale, la vive con serenità: «Sono diventato non vedente ventisei anni fa per motivi clinici – racconta – ma non mi sono mai arreso o depresso.

La vita è una e va vissuta al meglio, senza piangersi addosso. A volte c’è bisogno di leggerezza per spiegare cosa vuol dire avere un limite come questo e nelle cene al buio cerco di far capire la quotidianità di un non vedente, senza drammatizzare, ma assaporando e apprezzando il buon cibo e, da oggi, anche dell’ottimo vino, con la consapevolezza di poter parlare a ragion veduta».

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