Teramo, sei scuole rischiano la chiusura: troppo vulnerabili al terremoto

Teramo, sei scuole rischiano la chiusura: troppo vulnerabili al terremoto
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Domenica 30 Luglio 2017, 11:03
Indici di vulnerabilità sismica troppo bassi a Teramo: sono sei le scuole teramane al di sotto dello 0,2 e che quindi rischiano la chiusura per il rischio terremoto. Ieri mattina, il sindaco Maurizio Brucchi ha finalmente svelato l’elenco che traccia la mappa delle sicurezza nelle scuole. A sorpresa, si scopre che anche la Molinari, dove sono stati trasferiti gli alunni della Savini e della San Giuseppe dopo la chiusura dei due plessi, ha un indice bassissimo, pari allo 0,11. Male anche la scuola De Jacobis, che ha lo 0,08. Nella lista nera delle scuole “bocciate” dai genitori, che ne chiedono l’immediata chiusura, figurano anche Fornaci Cona (0,15), Piano della Lenta (0.15), San Berardo (0,178) , San Giorgio (0,079).

L’ elenco completo degli indici è stato pubblicato sia sul sito del Comune che su quelli delle singole scuole. Il sindaco, avvalendosi della consulenza tecnica del dirigente Remo Bernardi, ha provato a spiegare come mai le scuole in mattoni, come ad esempio quella di Sant’Atto (0,59) abbiamo reagito meglio alle scosse rispetto a quelle in cemento armato di prima generazione (anni Sessanta- Settanta), come la Fornaci-Cona: il problema darebbe "fisiologico" dovuto proprio alla composizione del cemento armato. Questo però non spiega perché il plesso di Villa Mosca, il più “giovane” tra tutti, abbia un indice molto basso pari a 0,66. Nell’elenco fornito dal Comune manca ancora una scuola: la Michelessi, mentre le uniche due ad essere risultate in classe A sono il micronido La Casetta sul fiume, e l’elementare di Villa Vomano.

La situazione non è rosea, tanto che lo stesso Brucchi ha ammesso: «Sono quattro notti che non dormo, mi sento addosso la responsabilità di prendere delle scelte importanti». Intanto per il momento le scelte sono rimandate, perché, come ha chiarito Brucchi, gli indici sono il punto di partenza per la programmazione che si articolerà su tre filoni. Il primo, in collaborazione con l’Ufficio speciale per Ricostruzione, è quello relativo alla realizzazione di due Poli scolastici, alla San Giuseppe-ex Stadio comunale (da circa 900 alunni) e un altro alla D’Alessandro in strutture modulari da circa 250 posti. C’è poi una seconda attività di programmazione, che riguarda l’attività di miglioramento-adeguamento sismico: il sindaco ha avuto rassicurazioni da Errani che nel Piano che verrà redatto a gennaio 2018 ci saranno le risorse per alcune scuole teramane, che saranno scelte dal Comune di Teramo. Brucchi, infine, parla di una scuola-jolly, ossia una sistemazione dove spostare i ragazzi in attesa dei lavori: la struttura che risponde alle caratteristiche è quella "curva" dello Stadio Bonolis.

Alcuni plessi, come Piano della Lenta o Zona Pep di San Nicolò, potranno essere sistemati con una spesa relativamente abbordabile, 200 mila euro, mentre per tutte le altre servirebbero ben 54 milioni di euro. Leda Ragas, portavoce del Comitato genitori per la sicurezza, ha ribadito che le famiglie sono pronte a spostare i figli sulla costa se le sei scuole sotto lo 0,2 non saranno chiuse.
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