Rigopiano, rischiò la vita nei soccorsi: ora dona il premio per salvare altre vite

Lorenzo Gagliardi
di Sonia Paglia
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Venerdì 28 Aprile 2017, 17:21
«Le mie opinione sugli avvisi di garanzia? Ci sono indagini in corso. Non hanno senso». Così Lorenzo Gagliardi il soccorritore simbolo di Rigopiano. Un uomo che preferisce i fatti alle parole. Si tratta del finanziere che sciando tutta la notte, è stato il primo, insieme ai suoi colleghi del Soccorso Alpino della Guardia di Finanza di Roccaraso, a giungere sul luogo della sciagura. Un campione di generosità. Il maresciallo capo Gdf Gagliardi, esperto nella ricerca delle persone sepolte dalle valanghe, non solo allora ha messo a rischio la sua vita. Ora ha devoluto in beneficenza alla Croce Rossa di Penne, per la realizzazione di un posto avanzato a Farindola, un premio in denaro ricevuto a Termoli.

La notte tra il 18 e 19 gennaio, con la sua squadra e gli uomini del Cnsas, aveva raggiunto la zona di Rigopiano, avanzando con gli sci e con le pelli di foca ai piedi, scavalcando muri di neve. Una notte da incubo, con diverse ore di marcia sotto la bufera che impediva la visibilità e con temperature a dir poco glaciali. «In lontananza si intravedeva una luce - racconta Gagliardi-. Speravo fossero le luci dell’albergo dove gli ospiti attendevano il nostro arrivo. Invece era l’illuminazione del vano caldaia. Intorno, tutto sepolto dalla neve. I solai caduti l’uno sull’altro e sopra oltre tre metri di coltre bianca. Difficile da dimenticare». Gagliardi non vuol parlare dell’inchiesta: «Aspettiamo che la magistratura faccia il suo lavoro. Noi abbiamo diretto la parte iniziale dei soccorsi, dialogando con il Prefetto per le varie necessità. Poi il tutto è passato in mano ai vigili del fuoco. Posso dire che tutti i corpi che sono intervenuti, hanno fatto in modo che la macchina dei soccorsi fosse efficiente. Lavorare in quelle circostanze e capire dove intervenire subito non è stato facile».

A Rigopiano, operare, è stato ben diverso dal classico soccorso in montagna. Un contesto nuovo, una situazione difficile da fronteggiare in quanto, due calamità di diversa natura, ovvero sisma e valanga, si erano abbattute in quel luogo. Chiaramente il terremoto, rappresenta un evento non del tutto prevedibile, mentre il pericolo valanga, nella zona interessata al disastro, in considerazione delle abbondanti precipitazioni nevose, poteva essere preso in considerazione. «La situazione morfologica della zona, trattandosi di un sito valanghivo – continua Gagliardi - evidenzia la possibilità che si verifichino distacchi». E sono diversi gli esperti a sostenere la stessa teoria. Gli ospiti del resort di lusso, di certo non pensavano che la minaccia distruttiva, sarebbe arrivata dal canalone della montagna. La loro unica preoccupazione, era il ripetersi delle continue scosse di terremoto e l’isolamento causato dalla neve, che li aveva intrappolati senza nessuna via di fuga.

«Ricordo che tutti gli ospiti - aggiunge Gagliardi- avevano caricato i bagagli nelle rispettive automobili, poi spazzate via dalla furia della valanga, compresi i tablet. Ciò testimoniava che volevano lasciare velocemente quella struttura alberghiera». Nella mente di Lorenzo Gagliardi, scorrono le immagini dei bambini tratti in salvo con i loro giochi. Quel presepe, ancora intatto, che aveva donato ai soccorritori, la sottile speranza di continuare nelle ricerche di altri sopravvissuti. Poi, l’angoscia, quando a conclusione delle operazioni di ricerca, tutti gli angeli avevano abbandonato il campo di battaglia, lasciando Rigopiano, in un silenzio tombale.  «L’ultimo giorno- conclude Gagliardi- volgendo lo sguardo indietro ho visto solo un cumulo di macerie. Non c'erano più soccorritori con i loro mezzi, ma lo scenario triste, di un paesaggio surreale».
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