L'Aquila: sesso, furti e droga
nel Progetto Case sequestrato

L'Aquila: sesso, furti e droga nel Progetto Case sequestrato
di Marcello Ianni
2 Minuti di Lettura
Giovedì 28 Luglio 2016, 17:50 - Ultimo aggiornamento: 17:52

L'AQUILA - E le donne dove sono?, Tutti gay...ah, ah!. Complimenti gran lavoro, stupendo, questo qui è un record assoluto, unico al mondo. Arrivederci, la prossima volta le porto io le veline. A distanza di sette anni dal miracolo aquilano e dalla battuta dell'ex premier Silvio Berlusconi rivolta agli operai impegnati nella realizzazione delle 19 new town, c'è chi ha voluto seguire alla lettera l'invito dell'ex presidente del Consiglio dei ministri, decidendo di utilizzare numerosi locali destinati ad accogliere gli sfollati, nel progetto Case di Cese di Preturo come luoghi in cui portare la propria fidanzata per fare l'amore e drogarsi.

Benvenuti in un vero set cinematografico naturale del genere horror, molto probabilmente unico nel mondo visto le decine di appartamenti in cui oggi sono ridotti: porte prese a picconate, finestre e balconi mandati in frantumi, abitazioni svuotate degli arredi. Dalle televisioni, alle lavatrici, passando alle lavastoviglie fino agli armadietti e altri oggetti per il bagno. Addirittura c'è stato chi è riuscito a portare via un grosso termoconvettore, posto all'esterno di una piastra. Il tutto condito appunto da materassi buttati fuori gli androni dove poter consumare rapporti sessuali (la presenza di numerosi preservativi lo testimoniano) con vista sulla strada di accesso alle abitazioni disabitate, così da poter fuggire in caso di controlli da parte delle forze dell'ordine. Locali utilizzati anche come luogo in cui ubriacarsi e fumare, lontano da occhi indiscreti. Appartamenti che a vederli danno la brutta sensazione, quella di trovarsi di fronte ad uno scempio di un ennesimo terremoto, dove tutto è divelto, rotto, spaccato, gettato alla rinfusa.

Il miracolo aquilano è concentrato in via Gian Maria Volontè, diventata nota in tutta Italia e non solo, per l'inchiesta portata avanti dal sostituto procuratore Roberta D'Avolio e gli agenti della Forestale, in cui sono emerse criticità dal punto di vista dell'incolumità pubblica, che hanno costretto gli inquirenti a dare avvio ad un vero e proprio esodo, (nel corso degli anni ce ne sono stati più d'uno) per centinaia di sfollati. Luoghi molto pericolosi a rischio crollo, e per questo ancora oggi posti sotto sequestro dall'autorità giudiziaria, che vengono invece sistematicamente visitati clandestinamente. A dare una parvenza di normalità, nell'area che testimonia il degrado urbano, l'erba appena tagliata.

© RIPRODUZIONE RISERVATA