Pittore ucciso, il vicino indagato: «Parlava male di me»

Pittore ucciso, il vicino indagato: «Parlava male di me»
di Walter Berghella
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Martedì 6 Dicembre 2022, 07:53

E' ancora molto confuso Amleto Petrosemolo, 70 anni, di Lanciano, ma si è regolarmente presentato ieri dinanzi al gip Maria Rosaria Boncompagni per l'udienza preliminare per l'omicidio volontario dell'ex imbianchino, artista, pittore e chitarrista Francesco De Florio De Grandis, 72 anni. Tragedia avvenuta lo scorso 13 febbraio in via Cipollone a Lanciano.

Contro il condomino dirimpettaio l'imputato gli ha scaricato in strada, appena varcato il portone del palazzo, 13 colpi alle spalle, di cui 4 lo hanno colpito, con pistola semiautomatica Girsan modello Regard, calibro 9 x 21. Letale il colpo alla cervicale. L'aggravante è proprio la motivazione per asserite e imprecisate condotte fastidiose da parte della vittima. Parlava male di me sostiene da sempre il reo confesso, che non si è mai pentito o chiesto scusa. Udienza ieri di meno di mezz'ora dopo che il difensore dufficio Domenico Cianfrone, l'ennesimo, ha chiesto e ottenuto i termini a difesa per studiare gli atti. Udienza rinviata al 14 dicembre, ma l'imputato ha detto che è pronto di nuovo a cambiare difensore. Saremmo a 7. Ma non sarà così all'infinito perché il giudice deciderà lo stesso. Breve camera di consiglio durante la quale l'avvocato Fabio Palermo, che patrocina i familiari della vittima, ha annunciato e depositata la costituzione di parte civile che verrà, ovviamente, ammessa ed incardinata la prossima udienza.


«Sono stato nominato dufficio mercoledì e venerdì ho parlato con Petrosemolo - dice l'avvocato Cianfrone -.

In settimana parlerò ancora con lui per capire le sue intenzioni di confermarmi o meno e quindi per studiare la strategia processuale. Per la parte lesa presenti in udienza la moglie di Ciccillo, Licia Liliana Russo, e il figlio Carmine, gli altri due sono Roberto e Franco. L'avvocato Palermo precisa: Con la costituzione di parte civile la famiglia ha inteso prendere parte a pieno titolo a questo processo. E' un modo anche per compensare uno stato d'animo devastato dai fatti di febbraio ed è funzionale a cercare giustizia in questo tribunale. Il gip correttamente ha concesso un termine a difesa al difensore d' ufficio e rinviato per i medesimi adempimenti. Rilevante è che l'imputato venga giudicato secondo legge e con tutte le garanzie del caso. Noi contribuiremo sicuramente a questo durante tutto il corso del processo. La famiglia De Grandis, che ha grande dignità, vuole trovare conforto e giustizia come compensazione per un delitto che non ha ancora spiegazioni. In casa Petrosemolo custodiva altri 5 armi, tre pistole e fucili.

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