Uno scricciolo di appena sei mesi di vita e cinque chili di peso. È lui il primo paziente pediatrico a essere stato sottoposto a un intervento chirurgico di tracheotomia all’ospedale Santo Spirito di Pescara. Il piccolo è nato in un ospedale fuori regione, con discreto anticipo rispetto ai tempi. Per assicurargli un’adeguata respirazione i medici hanno dovuto fare ricorso alla ventilazione meccanica, come accade ogni volta che un neonato pre-termine presenta difficoltà respiratorie e patologie polmonari. Una condizione piuttosto seria, definita in termini tecnici “displasia broncopolmonare”, una patologia che secondo uno studio Usa è in aumento. Si tratta di un disturbo cronico dei neonati collegato all’uso prolungato dei ventilatori, macchinari che tuttavia sono necessari per far arrivare ossigeno nei polmoni e garantire la sopravvivenza. La sindrome colpisce soprattutto i neonati molto prematuri, che sono affetti anche da patologie polmonari gravi per le quali si rende necessaria la ventilazione assistita. In seguito, il bambino è stato trasferito a Pescara.
A eseguire l’intervento è stata l’equipe di otorinolaringoiatria dell’ospedale Santo Spirito guidata dal dottor Claudio Caporale, con l’assistenza delle dottoresse Maria Rizzi e Angela Lannutti, entrambe anestesiste. Si è trattato di un vero e proprio lavoro di squadra, che ha coinvolto professionisti in varie discipline e diversi reparti, dal momento che all’intervento di tracheotomia ne è seguito un altro per il posizionamento di una Peg. «Il piccolo – ha detto la dottoressa Susanna Di Valerio, che dirige l’unità operativa complessa di neonatologia e terapia intensiva neonatale, dove è stato accolto il paziente - è stato trasferito nel nostro reparto con l’obiettivo di essere sottoposto a intervento chirurgico di tracheotomia e intervento chirurgico per il posizionamento della gastrostomia endoscopica percutanea (Peg)», che garantirà al bambino «una adeguata nutrizione».
«L’intervento di tracheotomia nei pazienti pediatrici - spiega l’azienda sanitaria in una nota - rappresenta un ulteriore passo avanti nella gestione di pazienti fragili che accedono alle cure offerte dalla Asl nelle varie discipline». Poter gestire il paziente pediatrico a 360 gradi, ha aggiunto la dottoressa Di Valerio, «rappresenta un obiettivo da perseguire viste le competenze e professionalità presenti nel nostro presidio ospedaliero. Inoltre la presa in carico della cura in toto del paziente pediatrico rappresenta una grande opportunità per tutte le famiglie dei neonati e bambini fragili che già attraversano momenti difficili legati alla loro patologia, a cui a volte si somma il disagio del trasferimento presso nosocomi di altre regioni. Speriamo di poter ridurre sempre di più questa necessità».