Secondo album per Marlò: «Mi rappresenta, sono felice»

Ci sono sette inediti e due cover, una di Lucio Dalla: "Domani mi ha folgorata"

Secondo album per Marlò: «MI rappresenta, sono felice»
di Cristina Squartecchia
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Domenica 28 Gennaio 2024, 08:30 - Ultimo aggiornamento: 10:00

«Siamo il frutto di quello che abbiamo vissuto», dice Federica Di Marcello, in arte Marlò, la cantautrice di Pescara, già soddisfatta dei primi risultati a una settimana dall’uscita del suo nuovo disco “Il tempo delle cose” prodotto da Musica di seta. «Sono felice - aggiunge  Marlò - di aver pubblicato questo mio secondo album, entro il quale mi riconosco totalmente». Nove i brani contenuti in questo viaggio di note e voci, di cui sette inediti e due cover, che ruotano intorno al concetto di tempo: il tempo perso, condiviso, sprecato, immaginato, sospeso, investito, del qui e ora, quello che lega le nostre relazioni, del nostro agire, di un tempo per tutto. Non solo. Ma anche il tempo come ritmo, quello musicale scandito tra la melodia più avvolgente «per creare atmosfere sonore che conducono l’ascoltatore al testo», spiega Marlò. Un album ispirato da tanto positivismo creativo, musicalmente concreto e materico grazie agli arrangiamenti di Giampiero Mariani, su voci, cori e chitarre.

«Nella vita c’è un disegno ben preciso – spiega ancora Marlò – ci sono momenti in cui desidereresti che determinate cose accadano, ma inspiegabilmente seguono un tempo diverso, non previsto, e si concretizzano quando forse siamo più pronti per accoglierle». Tra determinismo e fatalismo la sua poetica musicale prende forma in questi nove brani che scorrono in un arco temporale ciclico, da quello rivolto origini come “Tutte le funtanelle” brano popolare abruzzese arrangiato insieme a Setak nel 2022, passando per “Richiami”, “Cento volte Penelope”, a quello presente “Il tempo delle cose”, “Ogni vita”, “La misura del tempo”, “Sul divano e nell’angolo del mondo” e poi quello immaginato “Tra un milione di anni” e “Domani” cover di Lucio Dalla. «Ho scoperto quest’ultimo brano, mentre ero a pranzo con il mio amico e collaboratore Giampiero Mariani, che mi ha folgorata.

Il testo e la tematica erano così in linea con quello che stavo vivendo che inserirla mi è sembrata una scelta naturale». Marlò, che già all’età di 10 anni considerava la musica il mezzo più efficace per raccontarsi, come un "non luogo" in cui esprimere la versione più onesta di sé stessa ha dato tempo a questa sua intuizione trovando in questo brano la parte più autentica di sé. «I suoni sono caldi e carnali e rappresentano la parte più fresca ed autentica di me. Un disco che ha come unico obiettivo la fedeltà al proprio gusto».

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