Ladri nella villa di Carla Tiboni, la presidente del Flaiano: «Ho temuto per mia madre»

Il furto lunedì sera, mentre nella residenza erano presenti l’anziana donna e l’assistente. Tra denaro e gioielli bottino da 5mila euro: «È la quarta volta, ci portano via tutti i ricordi»

Ladri nella villa di Carla Tiboni, la presidente del Flaiano: «Ho temuto per mamma»
di Fabio Barone e Patrizia Pennella
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Mercoledì 13 Dicembre 2023, 10:15 - Ultimo aggiornamento: 12:35

Stavolta hanno puntato in alto, almeno come obiettivo. Ma forse per la fretta con cui sono stati comunque costretti ad agire non hanno raccolto un bottino ingentissimo i ladri che, l’altra sera, sono riusciti ad introdursi nella villa dell’avvocata Carla Tiboni, presidente dell’associazione Flaiano. Sono entrati senza farsi notare dalle due donne che in quel momento, almeno secondo la prima ricostruzione effettuata, si trovavano in casa: l’anziana madre dell’avvocata, vedova del fondatore dei Premi Flaiano Edoardo Tiboni, e la signora che l’assiste nell’assistenza e nelle cure. La dinamica, per come viene fuori dal primo stralcio delle indagini, racconta di un colpo studiato con molta attenzione. Innanzitutto è evidente che chi ha agito, probabilmente con l’aiuto di un basista, ha studiato con attenzione e movimenti delle persone che vivono nella casa. Considerando quindi che si sarebbe trovato nella condizione di dover agire nonostante la presenza di qualcuno all’interno della villa. Una delle più belle residenze di Pescara, che si trova in una zona isolata ed è molto grande.


LA TECNICA
Fattori che con molta probabilità i malviventi hanno cercato di sfruttare a loro favore. Poi hanno neutralizzato il sistema di sensori che attiva, al passaggio, la luce dei lampioni esterni. Sono così riusciti a sfruttare la copertura del buio per muoversi in giardino: hanno quindi forzato una finestra e sono riusciti ad entrare silenziosamente in casa. La signora Tiboni e la persona che l’assiste erano in un’altra zona dell’abitazione e non si sono accorte di nulla. Né, per fortuna, sono state in alcun modo avvicinate dai malviventi. Che dopo aver fatto razzia di denaro, di un anello e di un orologio trovati incustoditi in casa, si sono allontanati silenziosamente come erano entrati. Ad accorgersi che poteva essere successo qualcosa di grave è stata la stessa Carla Tiboni quando è rientrata in casa, alle 20,20. Quando ha attraversato il vialetto d’ingresso ha immediatamente notato che i sensori non funzionavano e che le luci dei lampioni esterni restavano spente. Quando è entrata in casa si è accorta, dalla finestra lasciata aperta, che si era verificata un’intrusione. Il primo pensiero è stato, naturalmente, per le due donne chi si trovavano in casa, che però non avevano visto e sentito alcunché e, soprattutto, erano assolutamente incolumi. Tiboni ha quindi chiamato la centrale operativa della questura per chiedere l’intervento della polizia. In casa Tiboni è dunque arrivata una pattuglia della squadra volante, coordinata dal dirigente Pierpaolo Varrasso, che ha effettuato tutti i rilievi necessari e ha ascoltato le persone presenti in casa. È stata anche accertata l’entità del bottino.


IL RACCONTO
«Avevano passamontagna e le telecamere di sicurezza della villa non saranno utili per identificarli - spiega Carla Tiboni -. Sapevano come entrare in casa e hanno seguito un percorso che ha consentito loro di non farsi individuare dalle persone presenti in casa: mia madre, anziana e malata, e la persona che l’assiste. Purtroppo è la quarta volta che i ladri riescono a violare la nostra casa. Abbiamo un sistema d’allarme, ma a quell’ora non era stato ancora attivato. Mi dispiace in particolare per lo spavento patito da mamma, quando ha visto armadi e cassetti aperti e rovistati. I beni rubati, gioielli e altri oggetti preziosi, hanno un valore di circa cinquemila euro, ma soprattutto avevano per noi grande significato affettivo».

Dai primi riscontri non sono emerse testimonianze sulla presenza di auto sospette nel pomeriggio - sera di ieri e anche nei giorni precedenti. Gli investigatori, in ogni caso, verificheranno la presenza in zona di telecamere di videosorveglianza private che potrebbero aver ripreso passaggi più o meno ripetuti di autovetture.

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