Disagi percepiti da molte altre famiglie abruzzesi, pur di assistere al meglio i loro cari che necessitano di un’assistenza specializzata: «Ho incontrato - conferma il marito spoltorese - almeno 20 abruzzesi che vivono il mio stesso dramma. In tanti sono costretti a prendere appositamente casa, oppure a dormire in automobili o in altre situazioni di fortuna». Intanto, ultimamente, il quadro clinico della donna è migliorato: «Si è svegliata - racconta il consorte - ed è lentamente migliorata, ma ha bisogno di altri step di riabilitazione». Il primo febbraio la svolta decisiva con l’uomo il quale, nell’ambito di un convegno pescarese sul tema, ha conosciuto il direttivo dell’associazione Il risveglio di Manuela - nata un anno e mezzo fa per assistere le famiglie con cerebrolesi impossibilitati a comunicare con l’esterno e per stimolare le istituzioni ad aprire un Centro risvegli presso l’Ospedale di Popoli, potenziando l’Unità operativa di Medicina fisica e riabilitativa diretta dal dottor Carlo D’Aurizio. Reparto che, grazie alla mediazione dell’associazione pescarese, ha accolto la donna di Spoltore consentendo al marito di interrompere le costose e stressanti trasferte marchigiane. Un’associazione fondata da Anna ed Ezio Verna dopo la morte della figlia Manuela, per vent’anni infermiera della Stroke unit dell’Ospedale Civile, assistita in vita con le stesse difficoltà della coppia di Spoltore:
«Noi abbiamo avuto la possibilità, psicologica e materiale - osserva Anna Verna, presidente dell’associazione Il risveglio di Manuela - di sopportare queste spese, ma ho visto altre persone dormire in macchina e andare a magiare alla Caritas, non potendo permettersi di trasferirsi e vivere fuori per degli anni». Da qui l’impegno per consentire l’apertura del Centro risvegli nel nosocomio di Popoli, per migliorare la qualità della vita di tante altre famiglie con le stesse necessità, accolto dalla Regione Abruzzo: «La possibilità c’è - assicura Silvio Paolucci, assessore alla Sanità -. Questo è uno dei punti più qualificanti della rete ospedaliera, e per post-acuzie, che abbiamo deliberato. Metteremo a disposizione tutto ciò che serve». Insomma, a breve questo sogno potrebbe diventare realtà: «Sono convinta - auspica la Verna - che entro l’anno ci sarà l’inaugurazione. Attraverso questo, e la vita di chi potrà riprenderla, anche nostra figlia continua a vivere».
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