Pagine di rabbia e dolore: 30 racconti su Rigopiano

Pagine di rabbia e dolore: 30 racconti su Rigopiano
di Federica Fusco
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Domenica 26 Marzo 2017, 11:30 - Ultimo aggiornamento: 11:41
Dopo le pagine di cronaca - che hanno documentato attimo per attimo la tragedia di Rigopiano - arrivano adesso quelle della letteratura. L'idea è firmata Solfanelli, l'editore chietino che ha appena pubblicato un'antologia con oltre 30 contributi di scrittori, abruzzesi e non solo. Tra questi Giovanni D'Alessandro, Maristella Lippolis e Leo Strozzieri. Non manca una lirica dello zio dei Del Rosso, Antonio Fagnani, che nel suo incipit recita: «Non mi va di piangere - non ho neanche la forza di farlo - voglio solo sorridere e pensare che Dio ti ha chiamato per abbellire il paradiso».
Intitolato Rigopiano la terra e la neve, il libro restituisce «la rabbia, il dolore, la speranza» per usare le parole del suo curatore, Franco Pasquale. «Ognuno ha cantato liberamente le proprie emozioni - dichiara ancora Pasquale - secondo le proprie corde interiori. Questa drammatica esperienza, che ha segnalato il dolore collettivo, è stata raccontata secondo il dolore individuale». Parla invece di esigenza interiore il romanziere Giovanni D'Alessandro che commenta: «Ho avvertito la necessità di scrivere sulla straniazione che questa tragedia ha prodotto in noi, sottolineando come luoghi molto belli, dedicati alle gite e al divertimento, ci siano stati rovesciati addosso come luoghi del dolore».
«Non è stata fatta nessuna selezione, aggiunge poi l'editore Marco Solfanelli. Abbiamo raccolto i contributi spontanei degli autori che seguono il nostro gruppo Facebook, che porta il nome della collana Tabula Fati. Devolveremo il 70% del ricavato delle vendite ai soccorritori del Sasa che per primi arrivarono sul luogo della tragedia». In loro rappresentanza erano presenti Massimiliano Dioguardi e Daniele Perilli.
Hanno partecipato alla presentazione - tenutasi ieri al Museo Colonna - anche il sindaco Alessandrini e l'assessore alla cultura Giovanni Di Iacovo.

Il primo si è soffermato in particolare modo sulla figura di Parete: «Quando lo vidi in ospedale, il primo giorno, era un uomo disperato. Saputa la notizia del ritrovamento di tutta la sua famiglia, ho visto Lazzaro, l'uomo che è resuscitato». Mentre Di Iacovo aggiunge: «Sposiamo con partecipazione l'idea di questo volume perché riguarda un dramma che ha toccato tutta la nostra comunità e perché la memoria dei nostri conterranei morti sotto la neve e le macerie possa avere un pensiero sentito nelle storie evocate». Ha infine portato il suo saluto la psicologa clinica, Assunta Ferraro, che ha scritto la postfazione del volume e che, anche se indirettamente, ha vissuto questa esperienza come operatrice. Sua la scelta dell'immagine di copertina: un quadro di Monet che restituisce silenzio e pace.

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