Ortona, sbarcano in porto quaranta migranti: due sono minori non accompagnati

Ortona, sbarcano in porto quaranta migranti: due sono minori non accompagnati
di Daniela Cesarii
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Mercoledì 23 Agosto 2023, 08:06

In arrivo alle 14 di oggi a Ortona la Life Support di Emergency che sbarcherà lungo la banchina del molo nord i 40 naufraghi assistiti in acque internazionali. Si tratta del quinto sbarco che vede protagonista il porto, il secondo in cui attracca la nave della ong Emergency. Il primo è avvenuto, come si ricorderà, il 28 marzo scorso quando sbarcarono 161 migranti. I naufraghi, che erano partiti dalla Libia, sono tutti uomini provenienti da Bangladesh, Egitto, Pakistan, Siria e Sudan, Paesi afflitti da conflitti, instabilità economica e politica. Due sono minori non accompagnati.

«Durante questi giorni di navigazione abbiamo avuto modo di sentire le storie di alcune delle persone che abbiamo soccorso in mare - racconta Mohamed Hamdi, mediatore culturale a bordo della Life Support  -. Molti ragazzi siriani denunciano la violenza nel loro Paese e raccontano di quanto sia difficile la loro vita quotidiana in Siria, dove la guerra è ancora presente e le crisi economica e alimentare rendono davvero difficile la sopravvivenza. È importante capire che le persone a bordo hanno deciso di partire, lasciarsi alle spalle famiglia e amici e rischiare la vita in Libia e nel Mediterraneo perché era l'unico modo che avevano per cercare una vita migliore».

I migranti soccorsi erano su una piccola imbarcazione in vetroresina in evidente condizione di pericolo.

«Avevo affrontato il viaggio un'altra volta oltre a questa, ma i libici mi hanno riportato indietro - racconta M. S., un ragazzo siriano di 27 anni -. Le milizie libiche che organizzano i viaggi sono d'accordo con la Guardia costiera libica, e la avvertono quando fanno partire una barca. In questo modo la Guardia costiera sa dove e quando venire a prenderci e ci riporta in carcere per estorcerci altri soldi. Ho visto tante persone venire riportate indietro più volte e finire i soldi perché ogni volta dovevano pagare un riscatto per essere liberate. È molto pericoloso essere senza soldi in Libia, a volte l'unico motivo per cui le persone non vengono uccise è perché sono viste come una fonte di soldi. Molti siriani rischiano la loro vita perché non hanno molti soldi quando decidono di partire. Ora spero di trovare un lavoro in Europa e farmi raggiungere appena sarà possibile».
Le operazioni di accoglienza e di identificazione verranno fatte tutte sul posto visto l'esiguo numero dei migranti non verrà usato, questa volta, il Palazzetto dello sport di Villa Caldari.

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