Il Parco: «Sbagliato dare da mangiare all'orso»

Il Parco: «Sbagliato dare da mangiare all'orso»
di Sonia Paglia
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Giovedì 7 Ottobre 2021, 09:51

Anche gli orsi vengono pesati e misurati, per analizzare il loro stato di nutrizione, che ad oggi, risulta ottimale, sul 64% della popolazione. A parità di peso, gli indici di biomassa degli orsi appenninici, sarebbero del tutto confrontabili con quelli di orsi bruni che vivono in contesti nordamericani, biologicamente molto produttivi. Appare, dunque, del tutto sbagliata l’alimentazione artificiale, messa in atto dell’uomo, con il posizionamento di carcasse di animali domestici o selvatici e cumuli di frutta in natura, per nutrire gli orsi confidenti. Forse l’uomo conosce poco l’etologia degli orsi e il fenomeno dalla confidenza. Da qui, la convinzione che i plantigradi in montagna hanno poco cibo e per questo motivo, scendono nei centri abitati. «La disponibilità di risorse trofiche per gli animali selvatici- spiega l’ente Pnalm - può variare in base ai cicli degli ecosistemi naturali. Il processo evolutivo ha però fatto sì che gli stessi animali sviluppassero meccanismi di adattamento a queste variazioni, che accadono da sempre. È anche corretto affermare che le variazioni stagionali possono essere uno dei tanti, motivi a spingere un orso a frequentare un paese per alimentarsi. Ma per la popolazione di orsi bruni marsicani questo è un motivo marginale».

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Da alcuni studi è emerso che gli orsi disporrebbero di tutto il necessario per crescere in maniera ottimale, in grado di adattare i loro gusti alle variazioni naturali e stagionali di abbondanza dei cibi di cui sono ghiotti. «Nel 2014- continua l’ente Parco- uno studio condotto in collaborazione con l'Università La Sapienza, ha analizzato da un punto di vista qualitativo la disponibilità di risorse trofiche naturali nel Parco e contestualmente, ha esaminato un campione di escrementi di orso dalla cui analisi è emerso che gli orsi bruni marsicani consumano un'alta varietà di cibo di qualità e non è stata trovata alcuna prova scientifica di stress nutrizionali e di dipendenza da risorse alimentari antropogeniche». 

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