Nello specifico, l’orsa femmina sarà sottoposta a ovariectomia in laparoscopia. Una tecnologia ed eccellenza veterinaria, con risparmiano del dolore e complicazioni post-operatorie. Seguiranno due operazioni di orchiectomia, o comunemente castrazione, con metodologia chirurgica classica, ai due maschi della stessa specie. A quanto pare, nell’’intervento in laparoscopia, l’anestesia gassosa è ritenuta molto più sicura. Richiede una strumentazione sofisticata che purtroppo, l’ente Pnalm, non dispone, unitamente a un ambulatorio veterinario, con annessa sala chirurgica, idonea.
I tre pazienti animali, sono custoditi all’interno dell’area faunistica del Parco, ubicata nel vicino versante laziale. Sono plantigradi giunti dall’Albania, dove sopravvivevano in condizioni disumane e di degrado, in gabbie non più grandi di due metri per due. Ora, lasciandosi alle spalle storie di sequestri e maltrattamenti, hanno trovato una esistenza adeguata, usufruendo di 15 ettari di bosco. Tuttavia, nell’attuale dimora, seppur recintata e ristrutturata con tutti i criteri di sicurezza necessari, esisterebbe, anche se in minima parte, il rischio di fuoriuscite accidentali degli animali, con probabile inquinamento del patrimonio genetico della piccola popolazione di Orso Bruno Marsicano, che vive in natura.
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