C’è da dire che il plantigrado viveva una condizione di grande vulnerabilità. In quanto orfano, non ha avuto il tirocinio di mamma orsa nell’individuazione dei siti di alimentazione e quant’altro. Morena è cresciuta circondata dall’affetto e dalle cure degli esperti, che hanno cercato di istruirla, come farebbe un genitore nelle fasi di sviluppo. Poi si è deciso per la reintroduzione nel suo habitat naturale, in virtù del fatto che la presenza quasi quotidiana dell’uomo, potesse determinare una certa abitudine e perché il suo metabolismo si stava preparando per il letargo. Esperimento riuscito perfettamente nella fase invernale. Qui l’onnivoro ha superato egregiamente la prova di sopravvivenza in letargo, periodo in cui alcune funzioni vitali rallentano e non c’è necessita di alimentarsi. E’ dopo il risveglio dal semisonno, durante l’estate, che Morena potrebbe avere avuto problemi di apporto di cibo.
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