Chieti, minaccia di uccidere la moglie

Chieti, minaccia di uccidere la moglie
di Gianluca Lettieri
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Domenica 11 Marzo 2018, 13:08 - Ultimo aggiornamento: 18:06
«Questo è l’ultimo giorno della tua vita, ti uccido», ha gridato verso la moglie. Poi ha continuato a minacciarla brandendo un coltello da cucina. Solo la decisione della donna di rifugiarsi in camera da letto insieme alle due figlie minori, secondo il racconto della stessa vittima, ha evitato il peggio. M.D.S., 56 anni, di Ripa Teatina, è finito sotto processo con l’accusa di minacce. È una storia di liti continue e denunce incrociate quella arrivata nei giorni scorsi davanti al giudice Andrea Di Berardino. I fatti si riferiscono a un episodio avvenuto a Ripa Teatina il 29 giugno del 2015. La lite è scaturita dopo l’ennesima discussione tra la coppia.

«Quello che facevo non gli andava mai bene - ha raccontato la vittima, una cinquantenne straniera -. Ogni giorno era un problema e la situazione era diventata impossibile da sostenere. Per questo ci siamo separati». La donna ha anche ritirato la querela. «Per me è una parentesi chiusa della mia vita - ha continuato davanti al giudice -. Non ne voglio sapere più niente: voglio solo voltare pagina». Ma il processo va comunque avanti perché si tratta di una minaccia grave, reato per il quale si procede d’ufficio. La vittima, rispondendo alle domande del pm d’aula Natascia Troiano, ha ricostruito la notte da incubo che si è consumata tra le mura domestiche. «Erano le dieci di sera. All’improvviso ha impugnato il coltello e si è scagliato contro di me. Gridava forte e mi minacciava di morte. Non era la prima volta che accadeva. Io ho preso le bambine e mi sono chiusa in camera da letto. Lui non si è fermato e ha cominciato a sbattere i pugni contro la porta. Per fortuna dopo un po’ si è allontanato e siamo potute scappare di casa».

Quella sera - ha continuato la cinquantenne - lei e le bambine non hanno avuto il coraggio di tornare nel loro appartamento e hanno dormito in macchina. All’indomani la vittima si è rivolta ai carabinieri e ha formalizzato la denuncia. Il marito violento, assistito dall’avvocato Alfredo Trama (che ha sostituto in aula Roberto Di Loreto), nega ogni accusa: «È un episodio completamente inventato. La verità è che la vittima ero io. La mia ex moglie mi aggrediva di continuo. Per evitare problemi ero costretto a lasciare casa e ad andare da mia madre». A domanda specifica del giudice, l’imputato ha risposto: «Non ho mai reagito alle sue provocazioni. La parte lesa sono io, e lo dimostrano le sei denunce che ho presentato contro di lei. La mia ex è stata anche condannata in primo grado per aver fatto trasferire, senza il mio consenso, una delle nostre figlie dalla nonna”. L’avvocato Trama ha aggiunto: «Secondo la querela formalizzata dalla donna davanti ai carabinieri, l’episodio era avvenuto alle 10, il che significa che sarebbe successo tutto di mattina. Ma a quell’ora il mio assistito era al mercato di Pescara, dove lavora come ambulante: una serie di testimoni possono confermarlo, così come gli scontrini fatti quel giorno». Prossima udienza il 16 aprile: in aula verrà ascoltato il racconto della figlia maggiore della coppia, poi arriverà la sentenza.
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