I fatti risalgono al periodo tra maggio dello scorso anno e marzo di quest’anno, quando l’imprenditore rumeno, già afflitto dalla crisi economica che aveva colpito la propria impresa, riducendolo sul lastrico, è stato fatto oggetto di una estorsione da parte dei tre arrestati. L’imprenditore, oberato da debiti, ed con l’impresa fallita, non era riuscito nell’immediato a far fronte ai propri impegni con alcuni suoi dipendenti. L’indagato tra l’altro aveva preteso una cifra spropositata rispetto al credito maturato e sentendosi rifiutare il pagamento, aveva deciso di passare alle maniere forti, rivolgendosi a “più esperti amici”. Per questo era stato incaricato un esponente di una famiglia rom di Avezzano al recupero delle somme. E così inizia per l’imprenditore un calvario, fatto di minacce velate ed esplicite, visite a domicilio, telefonate e messaggi minatori.
«Ci faremo vivi presto, stai attento interverranno persone pericolose, paga e finisce la storia» gli era stato detto più volte. «A volte quando mi mostravo più disponibile- ha dichiarato l’imprenditore agli inquirenti- il loro comportamento era amichevole e comprensivo, pronti a dilazionare i pagamenti, a posticipare scadenze ed appuntamenti, a capire il disagio vissuto. Per tornare immediatamente dopo privi di scrupoli se non pagavo». E’ per questo che la vittima, non venendo alcuna via d’uscita, ha deciso di rivolgersi ai carabinieri del Nucleo Operativo e Radiomobile della Compagnia di Avezzano che in poco tempo, coordinati dal capitano Enrico Valeri, sono riusciti a raccogliere una buona quantità di elementi di prova a carico degli indagati che oggi sono stati raggiunti da misure di custodia cautelare.
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