Militari dispersi sul Gran Sasso ritrovati morti sotto a un canalone

Militari dispersi sul Gran Sasso ritrovati morti sotto a un canalone
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Sabato 15 Novembre 2014, 09:11 - Ultimo aggiornamento: 16 Novembre, 14:28
I vigili del fuoco hanno ritrovato i corpi privi di vita dei due alpini pugliesi dispersi sul Gran Sasso, versante teramano. Le operazioni di recupero con l'impiego anche di squadre cinofile e Tas (Topografia applicata al soccorso). Tre elicotteri - del 118, forestale e vigili del fuoco - hanno allestito un campo base a Campo Imperatore.



I due militari pugliesi, di Bari e di Lecce, avevano 26 e 30 anni. Tre elicotteri - del 118, forestale e vigili del fuoco - hanno allestito un campo base a Campo Imperatore. I due militari di stanza a L'Aquila si erano persi ieri durante una escursione sul Corno Grande, la cima più alta del Gran Sasso, in Abruzzo. Lo fa sapere il Soccorso Alpino regionale. I due escursionisti tra la neve e il ghiaccio presenti sulla cima del Corno sono stati sorpresi dal maltempo e dalla fitta nebbia. Sono scivolati in un dirupo per circa 200 metri dalla via Normale direzione Valle dei Ginepri. Pare, inoltre, che non fossero dotati di ramponi.



L'esperto. «Le montagne abruzzesi spesso sono sottovalutate, anche da chi viene dal nord ed è abituato alle Alpi.
Anche la via più facile può diventare fatale». Lo ha detto all'ANSA l'alpinista abruzzese Italo Fasciani che lo scorso 3 ottobre ha raggiunto la vetta himalayana del Cho Oyu (8.201 metri), sesta montagna più alta del mondo e che sul Corno Grande del Gran Sasso, proprio dove è avvenuta la tragica escursione in cui sono morti due alpinisti, ha svolto parte dell'allenamento per la sua impresa. «Uno scivolone sul ghiaccio su un pendio di 40 gradi, quindi non così ripido e su cui si può ancora sciare - spiega l'esperto - fa prendere una tale velocità che è come saltare nel vuoto. Andare giù per 20, 50 o 100 metri e poi scontrarsi con le rocce produce danni inevitabili». La via 'Normalè è una delle tre vie escursionistiche per arrivare in vetta al Corno Grande, riferisce Fasciani, ed è quella più facile. Poi c'è la via delle 'Crestè e la 'Direttissimà (questa sul versante aquilano e più complessa). «Prima di affrontare qualunque via in montagna - avverte infine l'esperto - è necessario conoscerla e aver fatto apprendistato».
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