L'Aquila, love story con una donna:
il parroco si dimette
Il vescovo: «Misericordia»

L'Aquila, love story con una donna: il parroco si dimette Il vescovo: «Misericordia»
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Mercoledì 2 Agosto 2017, 10:37 - Ultimo aggiornamento: 10:43
L'AQUILA - Don Vito Isacchi, il sacerdote finito nella bufera per una storia d'amore con una donna sposata, scoperta e denunciata dal marito tradito, per la Chiesa è un sacerdote «recuperato», quindi riabilitato a tutti gli effetti. La stessa Diocesi ieri ha diffuso una lunga nota per spiegare i contorni della vicenda. «Don Vito Isacchi è un sacerdote incardinato nella Diocesi di Bergamo e dipende a tutti gli effetti dal Vescovo di quella Chiesa recita una nota - La vicenda, a cui si fa riferimento, è accaduta circa dieci anni fa. Dalle informazioni raccolte, risulta che a suo tempo la questione fu esaminata attentamente dall'Ordinario della Diocesi di Bergamo. Fu richiesto a don Vito di impegnarsi in un itinerario ascetico e spirituale, da compiersi in un specifico contesto di accompagnamento personale e comunitario. Tale percorso è stato regolarmente concluso, secondo i tempi previsti e le forme stabilite. Nel 2010 don Vito giunse a L'Aquila, come membro di una Delegazione-Caritas, inviata dalla Diocesi di Bergamo, per portare conforto fraterno e aiuti materiali alla popolazione terremotata. Nel quadro di questa missione, incontrò mons. D'Ercole, che poi lo affiancò nel cammino spirituale e lo scelse come suo collaboratore. Nel gennaio 2015 è stata sottoscritta una convenzione tra mons. Beschi, Vescovo di Bergamo, e mons. Petrocchi, Arcivescovo di L'Aquila, in forza della quale, per un triennio, è stato concesso a don Vito Isacchi di esercitare il ministero pastorale a servizio della Comunità ecclesiale aquilana. Negli anni trascorsi a L'Aquila, don Vito ha dato prova di fattiva dedizione nel suo ministero e di efficace competenza nello svolgimento dei compiti che gli sono stati assegnati. Nelle parrocchie dove ha operato, si è guadagnata la stima e l'affetto della gente che ha incontrato. Mai si sono registrati problemi di ordine morale». Il primo agosto scorso, dopo le notizie di stampa, «don Vito ha scritto una lettera all'Arcivescovo, mons. Petrocchi, nella quale, per evitare disagi alla Diocesi, si e dimesso da tutti gli incarichi che gli sono stati affidati. In questa lettera, don Vito riconosce la sua responsabilità morale e chiede scusa per il turbamento e le sofferenze provocate alla Comunità ecclesiale e sociale. In particolare, precisa che intende rinunciare al risarcimento, previsto dal dettato della sentenza. L'Arcivescovo, per ragioni di opportunità pastorale, ha deciso di sostituire don Vito Isacchi negli incarichi che rivestiva a livello diocesano; mentre lo invita a mantenere, per il momento, le attività nelle Comunità parrocchiali, al fine di assicurare continuità ministeriale. L'Arcivescovo esprime profondo rammarico per l'accaduto e ricorda che la Chiesa esorta alla fedeltà, ma anche proclama la misericordia».
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