Leonardo fa volare L'Aquila:
il nuovo sito "segreto"
fa nascere un polo hi-tech

Leonardo fa volare L'Aquila: il nuovo sito "segreto" fa nascere un polo hi-tech
di Stefano Dascoli
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Mercoledì 26 Luglio 2017, 11:36
L'AQUILA - Molte zone sono segrete, coperte dalla necessaria riservatezza. Già, perché qui, nel nuovo sito Leonardo dell'Aquila, saranno concepite apparecchiature non solo per l'aviazione civile, ma soprattutto destinate a operazioni militari complesse. In particolare sensori per l'identificazione amico-nemico a cui entro il 2020 dovranno adeguarsi tutte le nazioni Nato. Il che significa una prospettiva di mercato interessante. Per rimanere nella metafora militare, l'inaugurazione del sito rappresenta, per L'Aquila, una battaglia cruciale vinta nella guerra per la rinascita. Non tanto per i numeri (qui opereranno i 140 ex Selex ad altissima specializzazione, ingegneri e laureati tecnici), ma soprattutto perché nel tessuto produttivo sfibrato dal sisma si innesta un tassello d'eccellenza che contribuirà all'implementazione di quello che va affermandosi come un vero e proprio polo di riferimento in campo nazionale.
Ieri tutto questo è stato ribadito nel corso di una cerimonia che ha portato al taglio del nastro del nuovo sito, in gran parte non filmabile e fotografabile per la segretezza militare.

C'erano i vertici di Leonardo (il presidente, ex capo della Polizia, Gianni De Gennaro e l'ad Alessandro Profumo) e le autorità locali ai massimi livelli: il prefetto Giuseppe Linardi, il governatore Luciano D'Alfonso e il suo vice Giovanni Lolli (che ha seguito il progetto) e ovviamente il sindaco Pierluigi Biondi. Ma c'era anche un'importante rappresentanza governativa nella persona del sottosegretario alla Difesa Domenico Rossi e dell'ex sottosegretario Gianni Letta. De Gennaro ha detto che il progetto testimonia «l'attaccamento all'Aquila»: «Chi era qui ha ben impressa la tragica notte del 6 aprile 2009. Questa terra ha pagato un prezzo altissimo. Lo stabilimento ex Finmeccanica, che da cinquant'anni dava orgoglio all'Aquila, fu gravemente danneggiato. Oggi restituiamo alla città questo gioiello industriale nella piena capacità operativa, in realtà mai interrotta grazie agli uomini e alle donne che qui lavorano, alfieri di questo patrimonio culturale. Nemmeno per un attimo si è pensato di abbandonare questo luogo. Se si è parte della comunità si resta, anche nei momenti più drammatici». De Gennaro, tra gli applausi, ha voluto citare l'artista Marcello Mariani, le cui esequie si sono tenute in contemporanea: «Ha portato L'Aquila nel mondo. A dicembre aveva riaperto il suo studio. Il figlio aveva detto: Siamo tornati per concorrere alla ricostruzione identitaria. E' l'esempio migliore».

Profumo, alla prima uscita pubblica, ha parlato di un traguardo che è anche punto di partenza: «Questa realtà è un pezzo importante di una delle nostre divisioni, l'elettronica per la difesa, su cui stiamo puntando per crescere. Abbiamo qui delle eccellenze industriali nel settore delle comunicazioni militari, una realtà di identificazione amici-nemici su velivoli importanti come gli Eurofighter. Capacità che svilupperemo anche in ambito civile, con la commercializzazione di un trasponder pensato qui». Alfredo Fegatelli, Fiom-Cgil, ha rivendicato il ruolo dei sindacati: « La strada è stata lunga, ma alla fine, insieme alle nostre Rsu, ci siamo riusciti. Oggi si inaugura il nuovo edificio, una struttura che deve contribuire a garantire un futuro».

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