«Abbiamo pensato che fosse opportuno fare un progetto integrato. Si tratta di una buona pratica unica in Italia, che ha previsto finora anche molti in contri con l’Arma dei carabinieri e che volentieri condivideremo con altre zone interessate dal post sisma – spiega Paolo Esposito, responsabile dell’Ursc - Ogni comune farà il suo purché le telecamere e i sistemi si parlino tra loro. Abbiamo creato delle regole specifiche e fatto in modo, inoltre, che non ci fossero doppioni di telecamere e sovrapposizioni nelle varie zone. I comuni possono andare per conto proprio entro i 40 mila euro purché si rispettino gli standard tecnici e di processo e quindi tipologie di telecamere e software. I nostri parametri ovviamente fanno affidamento alle linee dettate dal ministero dell’Interno. Per questi comuni ci sarà l’affidamento diretto delle opere, una volta approvati i progetti dai nostri uffici». L’idea di un progetto di videosorveglianza integrato è nato circa due anni fa dall’esigenza dei comuni di dotarsi di sistemi che tutelassero i piccoli centri dall’ondata di furti in atto nel post sisma, anche ai danni delle zone rosse.
«Incontrammo l’allora prefetto che si disse disponibile, ma mancavano i fondi poi reperiti da Esposito – afferma il sindaco di Fagnano e coordinatore del progetto Francesco D’Amore - L’idea di un sistema unico per l’area omogenea 8 ci dà modo di blindare un’intera zona, ottimizzando i costi e garantendo una qualità tecnologica molto alta. Ci saranno quindi telecamere collegate a un’unica centralina, dotate di visore notturno e lettore di targa che individueranno eventuali veicoli rubati, ad esempio, segnalandone la presenza all’agenzia di sorveglianza o direttamente ai carabinieri che potranno subito intervenire». «Stiamo ora uniformando tutti i progetti in uno solo per poterlo inviare al comitato. Una volta modificato e approvato potrà essere indetta dalla gara dalla Cuc del mio comune – conclude – L’auspicio è che entro l’anno arrivino finalmente le telecamere nei nostri comuni».
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