L’Aquila, palazzi del centro più sicuri dopo i lavori: il punto dell’Usra

L’Aquila, palazzi del centro più sicuri dopo i lavori: il punto dell’Usra
di Daniela Rosone
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Giovedì 3 Ottobre 2019, 17:40
L’AQUILA - La città “conservata” nella sua essenza e nel suo aspetto ma sicura nei suoi palazzi, nelle sue case e ci si augura presto anche nelle sue scuole. L’Aquila, parlando del centro storico, verrà restituita ai suoi abitanti con palazzi che avranno livelli di sicurezza in molti casi del 100%.

È quanto emerge analizzando alcuni dati dell’Usra, relativamente ad aggregati (alcuni i più importanti per dimensione e contributo) riconsegnati o da riconsegnare a breve ai proprietari. Opportuno specificare che si tratta di ricostruzione privata, quella pubblica purtroppo è ancora in alto mare.

Con le schede parametriche, innanzitutto, oggi si può dire con esattezza quanto era sismicamente sicuro un palazzo prima del sisma e quanto lo è oggi. La norma della ricostruzione dice che il livello di sicurezza deve essere almeno di 0,6, vale a dire il 60%. La valutazione si fa per singola unità strutturale all’interno dell’aggregato.

Qualche esempio concreto: il consorzio Altomac è uno dei più importanti nel corso stretto, di fronte al palazzo ormai noto a rischio crollo del consorzio Filomusi Guelfi. Cinque unità strutturali che, nel pre sisma, avevano un livello di sicurezza pari a 0,3 o 0,4 in alcuni casi. Nel dopo sisma alcune unità hanno raggiunto lo 0,89, lo 0,91, lo 0,63, lo 0,96 e lo 0,71. Qui i lavori per oltre 3 milioni e mezzo di euro sono al 95%. Un aggregato ultimato invece si trova nei pressi di San Bernardino. Possiede un’unica unità strutturale, è il consorzio San Giovanni da Capestrano che è passato da 0,05 (molto insicuro) a 0,6 raggiungendo quindi la soglia di sicurezza. E ancora in Via Castello nel consorzio La Castelletta dove i lavori sono al 53% si trovano sei unità strutturali. Qui si è passati da alcune unità addirittura con livello 0 a 0,6 o 0,7 in alcuni casi. Aggregato questo da 9 milioni di contributo. Altro aggregato importante è quello del consorzio De Marchis-Le Cancelle con un contributo da 8 milioni di euro. Qui i lavori sono quasi ultimati e nelle sei unità si è passati da livelli di 0,11 o 0,29 a 0,6, 0,99 e in un caso a 1 quindi al 100% di sicurezza, dato che si rileva anche in altri stabili del centro. In questo caso prima del sisma il livello era 0 e la parte strutturale considerata era crollata.

Con Webgis, inoltre, c’è oggi un’applicazione per il centro sulle classi di vulnerabilità sismica degli edifici. “Qui in città - dice Salvo Provenzano titolare dell’Usra - c’è la prima mappatura di vulnerabilità sismica a scala cittadina. Sia il Consiglio superiore dei Lavori Pubblici che gli enti di ricerca usano L’Aquila come modello per tarare sia il Sisma Bonus che le tecnologie più moderne di restauro e ricostruzione. Anche l’Eota è venuto per questo, anche i funzionari della Banca Mondiale e sia il governo romeno che quello russo ci hanno invitati come Usra perché hanno un piano di riduzione del rischio sismico e noi, con molta fatica, dopo dieci anni siamo riusciti a far riconoscere alla comunità scientifica come il modello L’Aquila stia funzionando”.

All’Usra resta il nodo del personale. Dei 25 dipendenti a tempo indeterminato ne sono rimasti 16. Dei 25 a tempo determinato 14. Si usano consulenze e contratti di somministrazione ma appena i lavoratori trovano di meglio vanno via e in attesa di rimpiazzo e formazione si perde tempo prezioso.
 
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