L’Aquila, il 9 marzo riapre il monastero delle Clarisse a Paganica

L’Aquila, il 9 marzo riapre il monastero delle Clarisse a Paganica
di Daniela Rosone
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Venerdì 15 Febbraio 2019, 11:14
L’AQUILA - Quando Suor Rosa Maria e le consorelle rispondono a telefono, già con il “pace e bene” di saluto capisci di essere catapultato in una dimensione di pace, amore e spiritualità. Per le Clarisse di Paganica sono giornate intense di lavoro. Il 9 marzo sarà riaperta una parte del loro monastero di Santa Chiara in via San Bartolomeo a dieci anni dal terremoto e in questi giorni le suore stanno traslocando per poter rientrare nelle stanze abitabili del monastero, i cui lavori sono conclusi da circa due mesi. C’è ancora tanto da fare però perché la chiesa della Madonna del Carmine è ancora cantiere con lavori fermi e poi c’è l’altra parte del monastero ancora da recuperare. A piccoli passi però si torna a casa e le sorelle potranno riabbracciare la comunità in un luogo importante. Fino ad oggi le otto suore di clausura hanno trovato rifugio nel monastero di legno attiguo al vecchio, costruito grazie alla solidarietà e ai loro piccoli lavoretti. Ma è stata anche la generosità della gente, unita ad altri fondi, che permetterà questo parziale rientro. Le suore, all’indomani del sisma, diffusero un video che mostrava le condizioni del monastero e della chiesa. Era tutto distrutto. Con quello cominciarono a chiedere aiuto alle persone per la ricostruzione e queste hanno risposto in maniera importante. Del resto, come dice sempre la madre Abbadessa Suor Rosa Maria, loro vivono di “Provvidenza” e del lavoro delle proprie mani. Scrivono icone con tecnica russa, lavorano la pelle e il cuoio per fare copri breviari o braccialetti, creano candele e ceramiche che spesso vengono scelte come bomboniere. Queste sono le uniche forme di sostentamento che hanno. Le Clarisse sono a Paganica dal 1997 dopo il trasferimento dalla Beata Antonia di Via Sassa. Un posto magico, immerso nel verde e silenzioso. Del resto la loro vita è contemplativa, fatta di lavoro e preghiera. All’Aquila le Clarisse ci sono però dal lontano 1447 quando la Beata Antonia da Firenze e San Giovanni da Capestrano fondarono il Monastero dell’Eucarestia, poi divenuto di S.Chiara povera. Nel terremoto del 2009 che ha distrutto tutto perse la vita anche l’allora Abbadessa Suor Gemma, le altre sorelle fortunatamente riuscirono a salvarsi e trovarono riparo nei giorni successivi al sisma a Vigliano, paese di origine di Suor Ilaria. Poi il trasferimento a Pollenza. Ma il loro obiettivo era tornare in quel luogo di pace dove l’Abbadessa Suor Gemma aveva scelto di vivere con le consorelle. Le suore di oggi sono giovani ed energiche, portano avanti tante attività nel monastero e sono sempre più aperte all’esterno. Lo dimostra la loro pagina Facebook, ad esempio, dove condividono le loro attività e i momenti di preghiera e condivisione. Nell’era dei social un modo intelligente per avvicinare le persone con il sorriso. Non chiedono nulla a chi le va a trovare ma sono sempre pronte ad aprire le porte della loro casa. Sanno bene che per fare tutto ci vorranno soldi e tanto tempo ma c’è la Provvidenza, dicono, e per loro la ricostruzione si fa anche con la preghiera e col silenzio in quell’oasi di pace dove tutti sentono di essere a casa. La cerimonia del 9 per la riapertura sarà un momento importante anche per la comunità di Paganica: ci sarà il cardinale Giuseppe Petrocchi  a celebrare una messa in ricordo anche delle vittime del sisma e a seguire un momento musicale. 
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