Intasca per 4 anni la pensione della nonna morta: denunciato

Intasca per 4 anni la pensione della nonna morta: denunciato
di Gianluca Lettieri
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Giovedì 15 Febbraio 2018, 10:46
Per quattro anni e mezzo avrebbe continuato a intascare le pensioni della nonna morta. Rischia il processo con l’accusa di truffa F.F., teatino di 57 anni: il danno per le casse pubbliche è di oltre 128 mila euro. Il pm Lucia Anna Campo ha chiesto il rinvio a giudizio dell’uomo, che comparirà in Tribunale il prossimo 7 marzo. L’anziana, C.T., percepiva da Inps e Inail ben quattro pensioni: una di invalidità, una di reversibilità, una da dipendente pubblico e la cosiddetta «rendita ai superstiti», ovvero il vitalizio erogato ai familiari dei lavoratori morti a seguito di un infortunio o di una malattia professionale. Gli inquirenti ritengono che il nipote, risultato cointestatario del libretto postale, abbia continuato a riscuotere quei soldi anche dopo il decesso della nonna, ovvero da maggio del 2012 al 30 novembre del 2016.

Le indagini scattano nel dicembre di due anni fa. È l’Inail a presentare un esposto in Procura. La responsabile dell’Ufficio territoriale Chieti-Pescara, Angela Forlani, fa presente che - dopo una serie di controlli fatti nei Comuni - emerge che la pensionata è morta a Chieti nel maggio del 2012, all’età di 97 anni. Ma serve un ulteriore controllo: l’Inail, considerando che l’anziana non risulta deceduta neppure per l’Inps, contatta telefonicamente l’Ufficio anagrafe del Comune «per fugare l’ipotesi di un mero refuso materiale nella trasmissione della comunicazione». E gli impiegati confermano tutto: C.T., vedova dal lontano 1986, è venuta a mancare già da quattro anni. È lo stesso Inail a far presentare che è F.F., il nipote dell’anziana, ad essere delegato alla riscossione della «rendita ai superstiti».

A quel punto scatta la segnalazione anche all’Inps, che eroga alla donna altre tre pensioni. Gli ulteriori accertamenti della sezione di pg della Polizia di Stato confermano i sospetti iniziali: per gli investigatori ci troviamo di fronte a un vero e proprio furbetto della pensione. Dalle indagini viene fuori che tutti i prelievi successivi alla morte dell’anziana sono stati effettuati «sempre ed esclusivamente da sportelli automatici e mai direttamente da uffici postali». Nessun dubbio sul fatto che C.T. sia la nonna materna del 57enne. Non solo: è stato proprio il nipote ad organizzare il funerale dell’anziana, come da testimonianza dell’impresa di pompe funebri. Insomma: ulteriori controlli incrociati inchiodano l’uomo alle sue responsabilità. Ecco perché il sostituto procuratore Campo chiede il processo accusandolo di truffa. Sarà il gip Luca De Ninis a decidere se rinviarlo a giudizio. La conclusione della Procura è che, «con artifici e raggiri consistenti nell’avere omesso di comunicare all’Inps e all’Inail di Chieti l’avvenuto decesso della nonna, traendo in errore gli istituti previdenziali, si procurava un ingiusto profitto, continuando a percepire e riscuotere quattro distinte pensioni previdenziali, per un ammontare di 128 mila 218,76 euro». L’imputato è difeso dall’avvocato Gabriele Torello. In passato altre inchieste della Procura, condotte in quel caso dalla Guardia di finanza, hanno smascherato numerosi furbetti della pensione. Il meccanismo? Sempre lo stesso: intascare gli assegni dei parenti deceduti nascondendo all’Inps la loro morte.
 
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