Gran Sasso, nei laboratori si cerca la materia oscura

Gran Sasso, nei laboratori si cerca la materia oscura
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Giovedì 15 Febbraio 2018, 10:42
La costosa caccia alla materia oscura (ci vorranno 70-80 milioni di euro), che sarà declinata attraverso l’ambizioso progetto Darkside 20k all'Aquila, ha, in realtà, un obiettivo persino più ampio. Quello di mobilitare, attraverso il coinvolgimento di enti, istituzioni e aziende, un intero sistema territoriale. Con ricadute non immediatamente evidenti, ma certe in un futuro prossimo.

Se n’è parlato ieri nel corso della conferenza stampa che si è svolta in Regione, a palazzo Silone, per suggellare la firma della convenzione tra l’ente e l’Infn, l’Istituto nazionale di fisica nucleare, per lo stanziamento dei fondi del masterplan destinati a Darkside. Si tratta di uno dei canali di finanziamento, insieme a Cipe e fondi del 4% della ricostruzione. Non una «nuova Cassa del mezzogiorno», ma una strategia precisa, come ha detto il vice presidente della Regione, Giovanni Lolli, premettendo che si sta accelerando su alcune operazioni cruciali non per motivi elettorali, ma perché dopo il 4 marzo, inevitabilmente, si dovrà costruire una nuova rete di interlocutori. «Sviluppiamo un asset del territorio – ha aggiunto – coinvolgendo i più importanti istituti di ricerca, un’Università ormai qualificata ai massimi livelli e con la fortuna di avere una seconda università, il Gran Sasso Science Institute. Vogliamo costruire le condizioni per fare dell’Aquila uno dei territori di riferimento grazie anche al 5G, al farmaceutico, all’industria spaziale e Ict, alla forte connessione con l’automotive».

Lo sviluppo più immediato è quello di Noa, la Nuova officina Assergi, diretta da Aldo Ianni (nativo di Isola del Gran Sasso), destinata a divenire un’infrastruttura decisiva, «un centro di competenza fondamentale» che sarà ultimato entro il 2019. Un’altra connessione importante è quella con LFoundry: il presidente Infn, Fernando Ferroni, ha annunciato che proprio ieri è stata approvata la delibera che fa dell’azienda «la fonderia di riferimento almeno per i prossimi tre anni», con probabili commesse per circa 10 milioni di euro. «Siamo a un punto di arrivo della storia degli investimenti per Infn in Abruzzo – ha detto Ferroni – Darkside sarà progetto faro e leader dei laboratori per almeno 10-15 anni. Vogliamo sviluppare competenze che restino». Stefano Ragazzi, direttore dei laboratori, ha lanciato una sorta di grido di dolore: «Oggi i laboratori hanno la metà del personale necessario». Christian Galbiati, coordinatore di Darkside, ha spiegato che il progetto ha un grande potenziale e lavorerà su due filiere, quella del silicio e quella dell’argon. «Abbiamo posto grande attenzione ai temi ambientali – ha aggiunto –, dopo l’input chiaro di Regione e Laboratori. Siamo riusciti, con grande coinvolgimento del Cern di Ginevra, a ridisegnare il rivelatore in modo tale da rinunciare all’utilizzo di scintillatori organici liquidi a favore di uno schermo interamente in acqua, il massimo dell’ecocompatibilità». Ha concluso Ianni, direttore di Noa, spiegando con l’Officina sarà strutturata in tre sottolaboratori e che ci sarà bisogno di un team di esperti altamente qualificati. La rettrice Paola Inverardi ha detto che il problema principale sarà quello delle risorse umane: «La richiesta dell’Università è stata quella di poter avere anche una posizione Infn a tempo indeterminato presso l’Ateneo, oltre a quelle a tempo determinato. Ci siamo candidati per la parte dell’ingegneria». Infine Eugenio Coccia, del Gssi: «L’Aquila si caratterizza sempre più come territorio che attira competenze».
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