Le cause del decesso, avvenuto presumibilmente nelle prime ore dell’alba, secondo la ricognizione cadaverica, sono ancora in fase di accertamento. Tanti gli elementi indiziari raccolti durante la fase del sopralluogo. Il 67enne sarebbe stato trovato riverso a terra, in un corridoio poco distante la camera da letto, dove era divampato un incendio, le cui fiamme avevano divorato il letto e qualche mobile. La combustione sarebbe stata generata da una stufa a gas. La salma di Adriano Incrocci, tuttavia, non presentava segni di ustione, soltanto traumi al volto.
Sarebbe stata la custode della villa ad accorgersi di quanto accaduto, chiamando immediatamente l’ambulanza del 118 di Castel di Sangro. E’ stato inutile l’intervento dei sanitari, nel tentativo di rianimare l’uomo, in quanto il suo cuore aveva cessato di battere già da qualche ora. Sul posto, per i rilievi tecnico- descrittivi del caso, si sono recati i carabinieri della stazione di Pescasseroli, unitamente ai colleghi di Castel di Sangro, agli ordini del capitano Domenico Fiorini. Si è reso necessario anche l’ausilio dei Vigili del Fuoco di Avezzano, coordinati dal funzionario di guardia, Enzo Albanese, a causa della presenza di alcune bombole di gas all’interno dell’abitazione.
Adriano Incrocci era figlio d’arte, aveva lavorato nella direzione di diversi film del regista Ettore Scola. Poi il suo trasferimento negli Stati Uniti e da circa tre anni, il ritiro in solitudine, nella capitale del Pnalm, dove si dilettava come restauratore di mobili. Classe 1950, con una vita vissuta in tutta la sua essenza, lascia la moglie e la figlia. La salma del 67enne è stata sistemata nell’obitorio di Pescasseroli in attesa di disposizioni da parte dell’Autorità giudiziaria sulmonese. Probabilmente sarà tumulata nella cappella cimiteriale di famiglia, dove riposano i genitori e un fratello. La notizia della morte di Adriano Incrocci, ha destato tristezza nel centro montano, che si stava preparando per l’intitolazione del cinema al regista Ettore Scola, amico intimo di Age.
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