«Aspetto un figlio da te» ma non era vero. Donna sotto accusa

«Aspetto un figlio da te» ma non era vero. Donna sotto accusa
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Mercoledì 21 Febbraio 2018, 10:29
Uomini troppo spesso colpevolmente violenti con le donne, ma altrettanto furbe le femmine che dopo aver fatto girare la testa al maschio di turno provano poi a spillar loro i soldi. Amore, o finto tale, frammisto agli interessi che sovente riempiono i faldoni giudiziari del tribunale di Lanciano. L’ultimo caso approdato dinanzi al gup Massimo Canosa dà conto stavolta di una romena di 33 anni che avrebbe tentato di estorcere soldi a un imprenditore frentano, di 53 anni, a cui ha fatto credere, dopo un periodo di tresca, di essere incinta di lui. La donna, A.M.B., incinta lo era davvero ma di un altro uomo. Per il tentativo di estorsione è stata ora rinviata a giudizio con processo fissato al prossimo 5 giugno. Nella vicenda è entrata anche la madre della ragazza, M.B., 56 anni, che con un procedimento stralcio, con la medesima accusa, è stata invece condannata alla pena patteggiata di 2 anni di reclusione, ottenendo così lo sconto di pena. L’imputazione della procura di Lanciano ricalca il solito clichè legato all’odiabile reato estorsivo. La ragazza telefona più volte all’imprenditore, padre di due figli, e lo minaccia ripetutamente di rivelare alla moglie la relazione extraconiugale intercorsa tra loro. Minacce andate avanti dal 20 al 31 gennaio 2013.

La ragazza avrebbe pure chiamato l’uomo dalla Romania dove si era recata accampando il pagamento di esorbitanti somme di danaro, anche fino a 20 mila euro, e la necessità di avere in regalo una macchina. Insomma l’imprenditore si sarebbe dovuto svenare pur di tappare la bocca all’ex amante, come non bastassero i guai, poi risolti in famiglia, per le presunte scappatelle. Ma l’uomo ha puntato i piedi contro il tentativo di estorsione e si è rifiutato di pagare quando la ragazza chiedeva. Ha invece preso coraggio e ha denunciato la grave circostanza delittuosa. Del resto era stato già munifico avendo dato lavoro alla madre della ragazza che faceva le pulizie nell’ azienda commerciale - energetica. Proprio durante tale lavoro l’uomo ha conosciuto la ragazza che andava a salutare la madre e a volte l’aiutava. Nel frangente scocca la scintilla passionale extraconiugale che poi si conclude. Ma nel frattempo d’ amore non si muore così la ragazza avrebbe architettato, in concorso con la madre, il tentativo estorsivo a cui l’imprenditore non ha affatto ceduto. Difesa dall’avvocato Alessandro Marrone, la ragazza ha sempre negato gli addebiti, respingendo sia la circostanza della relazione con l’uomo che l’assoluta inutilità di chiedergli dei soldi. La madre è stata sì condannata ma ora potrà anche testimoniare al processo della figlia.
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