«Dirty Soccer», nuove gare nel mirino
per Di Nicola posizione più leggera

La conferenza stampa a Catanzaro
di Stefano Dascoli
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Sabato 23 Maggio 2015, 12:32
L'AQUILA - L’inchiesta «Dirty Soccer» su un presunto giro di partite di calcio truccate e scommesse illegali avrà una seconda tranche.



Il capo della Squadra Mobile di Catanzaro, Rodolfo Ruperti, prima lo dichiara al mattino («Noi stiamo ascoltando intercettazioni ancora, ne abbiamo una quantità che non ha idea, verranno fuori altre responsabilità»), poi lo conferma in serata al Messaggero, raggiunto telefonicamente dopo un’altra giornata dai ritmi pazzeschi. Spiega che la seconda fase non sarà «distinta dalla prima, ma una naturale continuazione». «Abbiamo ascoltato tutti per un altro mese» dice riferendosi al termine delle intercettazioni telefoniche. Potrebbero dunque esserci altre partite nel mirino, anche dell’Aquila? Ruperti lo fa intendere: «E’ una considerazione che potete fare voi tranquillamente». E i tempi per saperne di più quali saranno? «Non brevissimi, c’è tanto da fare» replica il capo della Mobile.



POSIZIONE PIU’ LEGGERA - Nel frattempo, però, si alleggerisce la posizione di Ercole Di Nicola. Ieri il Gip di Venezia, Barbara Lancieri, non ha convalidato il fermo e gli ha concesso gli arresti domiciliari. Ma c’è di più. Da quanto ha riferito l’avvocato, già in questa fase è caduta l’accusa di associazione a delinquere. La questione è, ovviamente, nodale. Di Nicola, secondo quanto emerso dalle indagini che hanno portato a 50 provvedimenti di fermo e a una ventina di indagati, era il «vertice operativo e direttivo» di una vasta organizzazione che aveva messo le mani sui campionati. Cadendo l’ipotesi associativa, resta comunque in piedi l’accusa di frode sportiva, ma in tutt’altro contesto di gravità. Vista la «responsabilità a specchio» che si configura poi nella giustizia sportiva, potrebbe rappresentare un fattore dirimente anche per le eventuali conseguenza sulla società. Non si può parlare di vittoria, perché prematuro, ma sicuramente per Di Nicola è un punto a favore. Bisognerà anche stabilire quale Tribunale si occuperà della vicenda. Venezia, ovviamente, non è la sede territorialmente competente. Per cui gli atti verranno a breve trasferiti a un altro ufficio giudiziario.



IL RITORNO- La «buona» notizia per Di Nicola è arrivata intorno a mezzogiorno, ovvero quando sarebbe scaduto il termine del fermo. E così subito dopo pranzo, a bordo della sua auto e accompagnato dal legale Libera D’Amelio, si è messo in viaggio verso la sua abitazione di Morro d’Oro, dove dovrà scontare i domiciliari. La D’Amelio torna da Venezia con un indubbio risultato positivo, quasi inatteso viste le premesse. «Ho discusso sul pericolo di fuga che non sussisteva - ha spiegato l’avvocato - ma ovviamente sono anche entrata un po’ nel merito della pseudo associazione. E il Gip ha aderito alle mie richieste, in un senso e nell’altro». Quali sono i prossimi passaggi? «Non appena sarà individuato il giudice competente presenterò un’istanza al - ha chiarito la D’Amelio - Non sono ancora sicura se fare un Riesame. Più di quello che ho ottenuto era difficile fare». L’avvocato ha ribadito anche ieri di nutrire forti dubbi sulla sostanza della vicenda: «Dopo aver letto tutto sono sempre più convinta che la verità verrà fuori. Si sono prese lucciole per lanterne, questo piccolo successo la dice lunga». Per questo Di Nicola, atteso dai cronisti fuori dall’abitazione di Morro d’Oro spiega lapidario: «Voglio riabilitarmi come uomo e professionista, non vendo partite».
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