Boss della camorra ucciso, avrebbe finanziato la coltivazione di marijuana nel Fucino

Boss della camorra ucciso, avrebbe finanziato la coltivazione di marijuana nel Fucino
di Manlio Biancone
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Lunedì 23 Settembre 2019, 09:11
Il boss della camorra, Antonino Di Lorenzo, detto o’ lignammone, che finanziava la coltivazione di marijuana nel Fucino, è stato ucciso a Casola di Napoli sui Monti Lattari. L’uomo era nei pressi della sua abitazione in via Giovanni Del Balzo quando è stato raggiunto dai killer che lo hanno crivellato di proiettili. E proprio l'altra attina il Gip del Tribunale dell’Aquila, Romano Garganella ,su richiesta della Direzione distrettuale antimafia, ha chiesto il processo per lui e per altri undici, fissando l’udienza al 26 novembre prossimo. Dodici le persone coinvolte, per lo più della Campania, che sono accusate di aver coltivato a Fucino circa sei tonnellate di stupefacenti tra il 2015 e il 2017.

L’inchiesta dei carabinieri della compagnia di Avezzano e dell’Aquila portò a maggio del 2018 all’arresto di otto persone con l’accusa di associazione finalizzata alla coltivazione e al traffico illecito di sostanze stupefacenti. Il boss dei Monti Lattari , ucciso l’altro giorno, aveva preferito il Fucino alla zona di Gragnano, dove le montagne erano troppo «scoperte dalle forze dell’ordine». La piana marsicana, si prestava e il terreno era stato scelto perché poteva garantire un prodotto di qualità. Al progetto di coltivazione e traffico di droga nella Marsica avrebbe collaborato anche l’altro boss Ciro Gargiulo soprannominato o’ biondo. 
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