Con una risoluzione urgente a sua firma il consigliere impegna il presidente della Regione, Luciano D’Alfonso «ad attivarsi con governo e parlamento perché siano fatte ulteriori verifiche sulle strade possibili per tutelare i piccoli risparmiatori e aprire un tavolo di confronto con le organizzazioni rappresentative dei piccoli azionisti e degli obbligazionisti in particolar modo di Banca Etruria».
La risoluzione impegna inoltre il governatore a «valutare la fattibilità di iniziative di garanzia per le aziende e i risparmiatori che hanno acquistato obbligazioni subordinate e ad avere un ruolo attivo con governo e parlamento perché si riapra la riflessione così anche in sede di conversione del Decreto 183». Sono migliaia gli obbligazionisti e azionisti abruzzesi, 1500 solo a Pizzoli, sede storica della filiale aquilana di Banca Etruria, mentre i sottoscrittori chietini di Carichieti sono 728. Banca Marche ha invece venduto titoli a 930 risparmiatori abruzzesi. Intanto il comitato risparmiatori di Pizzoli continua la sua lotta e raccoglie altre sottoscrizioni, dopo quelle arrivate dal Lazio e dalla Toscana.
«Questa vicenda ha dell’incredibile - aggiunge Pietrucci - La politica economica europea ha voluto guardare ai numeri invece che alle persone e nonostante ci vorranno ancora analisi approfondite della vicenda, è certo che le vittime siano stati i piccoli risparmiatori che si affidano con timore alle banche come si affidano al prete». «Apprezziamo l’impegno di Pietrucci - afferma Vanna Pizzi, legale del comitato risparmiatori di Pizzoli - e gli chiediamo di farsi promotore della nostra richiesta di offerta pubblica di scambio».
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