Solo, senza casa né cellulare, la vita difficile di Antonio: «Il Comune di Bellante non mi aiuta»

L'uomo soffre di disturbi legati alla sfera psicologica, ha perso i genitori e non ha parenti che si possano pensare a lui

Solo, senza casa né cellulare, la vita difficile di Antonio: «Il Comune non mi aiuta»
di Tito Di Persio
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Sabato 21 Ottobre 2023, 09:21 - Ultimo aggiornamento: 15:23

Vive come un senzatetto Antonio Alfieri Salvador, 58 anni, cittadino italiano di origine venezuelana, eppure ha un diploma e vorrebbe riscattarsi da una vita che è stata davvero dura per lui. Bivacca ai giardini e anche sotto il Comune in cerca di assistenza, come gli spetterebbe per legge, ma nessuno si occupa di lui se non il parroco del paese. Succede a Bellante, piccolo centro in provincia di Teramo. L'uomo soffre di disturbi legati alla sfera psicologica, ha perso i genitori e non ha parenti che si possano pensare a lui. Il suo passato è stato molto difficile, tanto che quando era ragazzino ha trascorso alcuni anni in un riformatorio in Venezuela. Alfieri stava scontando la pena nella Rems (residenza per l'esecuzione delle misure di sicurezza) di Barete, in provincia dell'Aquila, struttura destinata ad accogliere le persone affette da disturbi mentali che hanno commesso reati: il 31 agosto scorso il gip Roberto Veneziano ha disposto il suo rilascio, così l'uomo è stato accompagnato dal personale della struttura alla fermata dell'autobus e ha preso il pullman per il suo comune di residenza, Bellante appunto, dove l'uomo aveva vissuto diversi anni prima, in una casa famiglia gestita dall'Asl di Teramo, ma che è stata nel frattempo chiusa a causa dei tagli alla sanità.

Qui si è ritrovato solo, senza casa e senza neanche un cellulare con il quale comunicare. Per alcuni giorni ha vissuto da senzatetto, dormendo ai giardini pubblici della stazione ferroviaria di Bellante, dove è stato soccorso da don Matteo Ricci, il parroco di Bellante Stazione. Il sacerdote ha cercato di aiutarlo. Antonio ha trascorso qualche settimana in un bed and breakfast, a Bellante, poiché non è stato possibile trovare un alloggio in affitto. Nonostante i numerosi tentativi rivolti al Comune, che aveva offerto una compartecipazione finanziaria per coprire parte dei costi del b&b, non è stata fornita alcuna risposta in merito all'assegnazione di un alloggio, anche temporaneo. Il 58enne, da punto di vista sanitario, è assistito dalla Asl di Teramo al Centro di salute mentale di Giulianova. Tuttavia, secondo quanto stabilito nell'ordinanza del giudice, doveva essere indicata una struttura idonea al suo reinserimento, ma ciò non è ancora avvenuto. Alfieri, in passato, ha lavorato ed è in possesso del diploma di scuola superiore ottenuto all'Istituto tecnico come perito informatico. Per molti anni è stato ospite della Piccola Opera Charitas da padre Serafino, a Giulianova, diventando un grande amico del sacerdote, che lo ha sempre accolto e assistito. Dopo la morte di padre Serafino, Antonio è stato costretto a uscire dalla struttura e da lì sono iniziati i suoi problemi. Attualmente, ha un amministratore di sostegno nominato dal tribunale di Teramo. Il giudice tutelare è Patrizia Carota mentre l'amministratore di sostegno è l'avvocato Giampaolo Fagotti.

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