Bambino investito davanti all'asilo: ecco chi sono gli indagati

Bambino investito davanti all'asilo: ecco chi sono gli indagati
di Marcello Ianni
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Lunedì 30 Gennaio 2023, 09:18 - Ultimo aggiornamento: 12:29

Tra silenzi e qualche chiarimento sulla propria posizione, la settimana che si è appena conclusa ha consolidato l'impianto dell'inchiesta sulla morte all'Aquila del piccolo Tommaso D'Agostino avvenuta all'interno dell'asilo I maggio a Pile nel maggio scorso.

In quel giorno un'auto lasciata incustodita si era sfrenata andando a investire sei bambini che giocavano nel giardino del plesso scolastico. Tutti estratti da sotto all'auto dai vigili del fuoco, dal personale medico del 118 e da altri soccorritori sopraggiunti, ma per il piccolo D'Agostino di 4 anni, non c'era stato nulla da fare.
Cinque gli avvisi di garanzia che la Procura ha inviato singolarmente, sulla scorta delle indagini degli agenti della Squadra mobile, della consulenza del perito dei due pm, Cristiano Ruggeri e degli ispettori della Asl, verso chi potrebbe aver avuto un ruolo (attraverso il presunto mancato rispetto delle norme sulla sicurezza negli ambienti di lavoro) nella morte del piccolo alunno, a parte ovviamente la figura della conducente del mezzo che è stata chiarita dallo stesso consulente del pubblico ministero.

Si tratta come anticipato da questo quotidiano - della dirigente scolastica Monia Lai, (assistita dall'avvocato Mauro Ceci), nella veste di datore di lavoro, del responsabile del servizio di prevenzione e Protezione dello stesso istituto comprensivo, l'ingegnere Bruno Martini e il datore di lavoro, Lucio Luzzetti.

A questi si aggiungono l'architetto Enrica De Paulis (all'epoca dirigente del Settore Ricostruzione Pubblica, oggi dirigente del Comune di Roma, settore Rigenerazione e Progetti Speciali) e il geometra Antonello Giampaolini, nella veste di Responsabile unico del procedimento (Rup) e Direttore dei lavori, questi ultimi due indagati in relazione ai lavori di installazione della recinzione risultata secondo l'accusa inadeguata sotto il profilo della resistenza e stabilità.

Tre dei cinque indagati (come era stato annunciato da qualche avvocato) nonostante invitati a chiarire le loro posizioni, hanno preferito attendere la visione delle carte ancora in mano all'accusa per rispondere punto su punto. Altri due avrebbero invece risposto agli addebiti; uno di loro in particolare avrebbe anche tirato in ballo altre figure professionali. Chiuso il giro degli interrogatori il passo successivo, a questo punto breve, sarà da parte della Procura la chiusura delle indagini preliminari che potrebbe portare ad ulteriori novità sul numero degli indagati.

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