Il bagnino eroe: «Ho salvato quella ragazzina in onore del mio papà morto»

Il bagnino eroe: «Ho salvato quella ragazzina in onore del mio papà morto»
di Teodora Poeta
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Giovedì 27 Luglio 2023, 07:34

Continua a ricevere like e commenti di elogio il post pubblicato sul gruppo Facebook "L'Abruzzo che nessuno racconta" che ha voluto mettere in evidenza la storia del giovane bagnino 20enne di Scerne di Pineto, Francesco Barbacane che qualche giorno fa ha salvato la vita in mare ad una giovane turista di 14 anni la quale, in preda alla disperazione, aveva tentato un gesto estremo dopo che proprio su quella spiaggia aveva visto morire per un infarto suo padre. Una storia che ha stretto il cuore e commosso tanto da spingere il sindaco di Pineto, Robert Verrocchio, quanto prima, a consegnargli un riconoscimento.

Francesco, il suo intervento di salvataggio ha fatto tanto clamore

«Si, in effetti vedere il mio nome sui giornali è stato un onore per me, ma penso e sento di non meritare tutto questo perché ogni giorno ci sono tante persone molto più preparate di me, come medici, infermieri, vigili del fuoco e altri ancora, che salvano tante vite ma restano nell'ombra. E in fin dei conti io l'altro giorno ho fatto solo il mio dovere da bagnino, così come lo fanno tutti gli altri miei colleghi».

Lei, però, ha dimostrato di essere un ragazzo con una particolare sensibilità. La sua storia personale, ha perso suo padre che è morto per un infarto quando era solo un adolescente, quanto ha influito?

«Tanto. E lo dimostra il fatto che adesso mi piacerebbe studiare all'università Psicologia nella parte adulta. L'esperienza con mio padre mi ha segnato. E l'altro giorno sono voluto rimanere accanto alla ragazza proprio per questo. In acqua l'ho riconosciuta subito quando sono andato a salvarla perché purtroppo anche lei ha perso suo padre in spiaggia la settimana scorsa e io l'avevo abbracciata per calmarla, lei però non voleva essere salvata quando sono arrivato.

Ma per fortuna sono riuscito a prenderla e a portarla in riva col pattino. Stavolta ce l'ho fatta. Ma devo ammettere che anche per me è stato difficile. Questo soprattutto dopo l'episodio di suo padre. Quel giorno mi sono accorto subito che si stava sentendo male perché la figlia, che stava con lui, urlava. Erano a 15 metri dalla riva. Gli ho fatto la rianimazione cardiaca e la respirazione bocca a bocca, ma non ce l'ha fatta lo stesso».

È la prima volta che le accade al lavoro?

«Sì. Questa per me è la seconda stagione da bagnino, ma lo scorso anno è stato tutto molto più tranquillo, tranne qualche piccolo soccorso. Dopodiché, da quando avevo 16 anni, ho iniziato a lavorare in estate, prima come barista, poi ho deciso di prendere il brevetto con la cooperativa di Silvi. Per me è importante lavorare perché così posso anche aiutare a casa: la famiglia è un nucleo unito e bisogna collaborare. E io l'ho sempre fatto».

Spesso i giovani vengono criticati, cosa ne pensa?

«Molte volte ci sono degli stereotipi sui giovani. Troppe pretese da parte di una società che va troppo veloce, ma dobbiamo ricordarci che ognuno di noi ha i suoi tempi e che questi tempi vanno rispettati».

In molti l'hanno ringraziata per il soccorso.

«Anch'io voglio ringraziare di cuore tutte le persone che hanno usato parole che davvero sento di non meritare».

Un messaggio alla ragazza?

«A lei voglio dire che non bisogna mai abbandonarsi, ma guardare a quel raggio di luce che si vede in fondo perché prima o poi la vita si riallinea».

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