«La drammaticità della disoccupazione giovanile espone la città al rischio di una massiccia emigrazione. Dal 2012 al 2015 abbiamo perso in provincia 16mila posti di lavoro. Con le vertenze in atto ci sono ulteriori 3 mila posti a rischio», afferma il segretario provinciale della Cgil Umberto Trasatti.
INDICATORI - Non vanno meglio i dati dell'export della provincia che si colloca all'84esimo posto in Italia e ultima in Abruzzo. «La sfida non è solo la ricostruzione, ma dare una prospettiva alle nuove generazioni con un rilancio socioeconomico significativo che dia lavoro e qualità dei servizi», aggiunge.
A far risalire L'Aquila nella graduatoria sono i macroindicatori di Cultura, tempo libero e partecipazione (settimo posto in Italia) e di Demografia, famiglia e integrazione (23esimo posto). Dai dati specifici emerge che sono le associazioni la parte viva del tessuto sociale: il capoluogo è secondo infatti per numero di Onlus. Si colloca poi al 20esimo posto per numero di librerie e al 12esimo per ristoranti e bar ogni 100 mila abitanti. «La cultura e l'associazionismo sono percepite come elementi su costruire le relazioni - afferma l'assessore alla Cultura Betty Leone - Le politiche di quest'amministrazione da sempre hanno favorito le associazioni culturali. L'Aquila è sempre stata definita e continua ad essere città della cultura».
Male i dati su turismo e banda larga: la provincia aquilana è infatti al 101esimo posto in quanto a copertura di banda larga e al 90esimo per spesa totale dei turisti stranieri. La sfida per il futuro è dunque migliorare i punti di debolezza e ampliare quelli di forza, secondo il sindaco, Massimo Cialente, «puntando su start up, innovazione e una rivitalizzazione del turismo». «Siamo molto competitivi per quanto riguarda innovazione, start up e laureati - precisa - È una città dalle grandi potenzialità, ma che non ha ancora la capacità di approfittarne. Gli sforzi della politica dovranno concentrarsi su occupazione, accoglienza e rilancio turistico che da solo ci farebbe risalire 10 posizioni. Si ribadisce con questi dati la scelta che facemmo nel 2008 di un piano strategico per la città».
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