L'Aquila, un giardino archeologico
all'interno del rinato Palazzo Pascali

L'Aquila, un giardino archeologico all'interno del rinato Palazzo Pascali
di Stefano Dascoli
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Mercoledì 7 Giugno 2017, 19:08 - Ultimo aggiornamento: 19:13
L'AQUILA - Se L’Aquila dovesse riuscire a mettere a “sistema” le bellezze e le opportunità offerte dal restauro post sisma sarà destinata a diventare una città unica al mondo nel suo genere. La considerazione viene spontanea ogni qualvolta che viene presentato un progetto lungimirante, in grado di valorizzare o riscoprire scorci e tesori nascosti. E’ il caso, ultimo in ordine cronologico, del giardino archeologico che si conta di poter aprire per la prossima Perdonanza all’interno del restaurato Palazzo Pascali. Un progetto ambizioso e meraviglioso al tempo stesso quello illustrato dall’architetto Giuseppe Cimmino e dall’ingegner Fernando Paris, un progetto che il Comune, come hanno detto l’assessore uscente Pietro Di Stefano e il dirigente Vittorio Fabrizi, «sente anche un po’ suo» perché, ovviamente, per vedere la luce queste cose hanno bisogno di iter particolari e giusta sensibilità.

I CONTENUTI
E' stato Cimmino a illustrare i contenuti e i temi: «Le opere di restauro e consolidamento del palazzo sono state avviate nel 2014; è stata recuperata fedelmente la facciata quattrocentesca, l’unica testimonianza dell’antica bellezza, e si è lavorato sull’edificio accanto, molto più recente sebbene vincolato anch’esso, tornato abitabile alla fine del 2016. Si è passati poi al giardino, dietro l’antica facciata, che custodiva un pozzo quasi completamente ricoperto dal piano calpestabile: così, abbiamo rinvenuto la porzione di colonna. A quel punto, si è deciso di avviare una campagna di scavi archeologici che ha portato alla luce tre tematiche interessanti: la prima, relativa alla canalizzazione delle acque, al pozzo servito da canali in terracotta che collegavano un sistema di antiche cisterne; le altre, attinenti al ritrovamento di monete di bronzo databili al Duecento circa, epoca di fondazione della città, e di un sistema di vasellame dell’Ottocento: all’epoca, il Palazzo era abitato da un ceramista molto famoso in città che, proprio lì, aveva aperto un laboratorio».
 
 

Gli scavi hanno permesso di ricostruire il passato del giardino, l’antico chiostro con le sue volte, i suoi archi e le sue colonne; chi lo visiterà a fine lavori ne apprezzerà e la cura e gli splendidi giochi luminosi che serviranno a evidenziare le antiche linee. Un capolavoro dai costi ridotti: 1,1 milioni per il palazzo, appena 120 mila euro per il giardino.
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