L'Aquila, problemi sul calcestruzzo
e mancanza dei finanziamenti:
il palasport nipponico è al palo

L'Aquila, problemi sul calcestruzzo e mancanza dei finanziamenti: il palasport nipponico è al palo
di Stefano Dascoli
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Giovedì 19 Maggio 2016, 20:01
L'AQUILA - Non c’è pace per il già tormentatissimo appalto per la costruzione di un palasport nell’area di Centi Colella. Un “dono” dei giapponesi che rischia seriamente di restare un’incompiuta se le cose non prenderanno una nuova piega entro tempi molto brevi. L’ultimo caso di una lunga serie ha del kafkiano: sono state sollevate perplessità in merito alle caratteristiche del calcestruzzo. Attualmente c’è una perizia di variante all’esame del Genio civile. Un intoppo che dovrebbe essere risolto presto, ma che dà la misura di quanto continui a essere complesso e irto il percorso che porta alla realizzazione di questa opera.

I lavori sono fermi da diversi mesi e, salvo scossoni delle ultime ore, sono destinati a riprendere in tempi abbastanza rapidi. Almeno questo è ciò che filtra da una cortina piuttosto impenetrabile. Ma attenzione: si tratta solo del completamento della struttura, ovvero la parte direttamente seguita dai giapponesi, in ogni singola fase. Un lotto che ha un costo rilevante (circa 3,4 milioni di euro di soli lavori) e che costringerà l’amministrazione comunale a dover reperire almeno altri 4 milioni di euro per terminare l’opera con tutto il necessario. Di questi 2 sono stati individuati in una delibera Cipe, altri due vanno trovati. Tra l’altro in un clima di enorme austerity per le casse comunali. Non sarà una questione semplice.
Il pastrocchio del calcestruzzo (la progettazione non è carico dei tecnici comunali, ma di una filiera direttamente scelta dal Paese nipponico), segue quello, altrettanto clamoroso, che ha riguardato gli isolatori sismici che sono arrivati sprovvisti di marchio Cee. Un’anomalia nella certificazione europea che ha richiesto ulteriori passaggi con annessa perdita di tempo.

LE TAPPE - Nonostante una genesi molto complessa e carica di qualche tensione, l’inizio dei lavori, il 16 settembre del 2014, sembrava aver aperto la strada a un’operazione non lunghissima e certamente molto affascinante e attesa. Complicata in qualche modo dalla volontà dei nipponici di seguire in primissima linea tutta la “filiera”, affidandosi a tecnici e imprese di propria fiducia, ma nata sotto i migliori auspici in occasione del G8 post terremoto, quando l’ambasciatore Kazuyoshi Umemoto era al seguito della delegazione del primo ministro dell’epoca, Taro Aso. Il Paese del Sol Levante senza indugi annunciò una donazione cospicua, milionaria, attraverso cui dotare la città di un moderno palasport convertibile anche in centro per le emergenze, all’occorrenza. 

Superati tutti gli intoppi preliminari, urbanistici e tecnici, era stata fissata una prima scadenza per la fine lavori ad agosto dello scorso anno. Poi lo stop degli isolatori e ora la grana del calcestruzzo, aggiunta a quella, persino più importante, legata alla mancanza di fondi. Impossibile, stando così le cose, che si riuscirà a rispettare la “nuova” scadenza fissata per i primi mesi del 2017. La sfida, piuttosto, sarà ora quella di evitare che per molto tempo resti solo un brutto “scheletro” a oscurare l’ingresso di Centi Colella e a distrarre il continuo passaggio delle auto.

Nelle intenzioni il palazzetto dovrebbe essere largo 52 metri e alto 12, per una capienza di circa mille spettatori e una funzione multipla: sport, ma anche spettacoli, concerti, eventi.
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